In questi giorni di pausa dal lavoro (che le ferie siano benedette nei secoli dei secoli, amen), mi sono accorta del potere attrattivo che la televisione e internet riescono a esercitare su di me.
In pratica ho sempre qualche dispositivo accesso: se non è il computer, è la televisione, se non è la televisione, è il cellulare.
Sono a casa in ferie da due settimane e ho letto appena 77 pagine di un libro. E dire che, durante tutto l’arco dell’anno, quando sono oberata di lavoro e sempre di corsa tra treno, ufficio, treno, casa e via di seguito, in una ruota che gira e mi fa sentire sempre più simile a un criceto, quello di cui mi lamento sempre è di avere poco tempo per leggere.
E ora sono qui, a casa, con tutto il tempo del mondo a disposizione e che cosa faccio? Cazzeggio su facebook, guardo le vecchie puntate di Galaxy Express 999, faccio zapping annoiata alla ricerca di un programma televisivo anche solo lontamente decente, senza trovarlo.
E quando proprio ho raschiato il fondo del barile, apro il libro. Tra l’altro, un signor libro. Invisibile Monsters. Autore: Chuch Palaniuk, il genio assoluto che ha scritto Fight Club. In pratica uno dei miei miti personali. Della serie, darei la mia mano destra per scrivere come lui e avere anche solo la metà della sua immaginazione.
Ad ogni modo, mi sono ritrovata a pensare al cambiamento epocale che i vari dispositivi video/mobile hanno apportato alla nostra società. Pensate sugli autobus o sui treni, quante persone vedete senza computer, senza iPad, senza cellulare, senza cuffiette nelle orecchie… senza un qualsiasi aggeggio tecnologico che li metta in comunicazione, in contatto con qualcuno o con qualcosa?
Senza, in pratica, qualcosa che permetta loro di passarsi il tempo. Di tenere impegnato il cervello. Di riempire il vuoto lasciato libero dal viaggio tra casa e lavoro (o la ricerca di un lavoro, che è anche più un lavoro del lavoro stesso).
Ho iniziato a pensarci perché ho passato una settimana in montagna in un B&B senza televisore e senza connessione internet e sapete una cosa? Sono stata benissimo. Poi torno a casa e la prima cosa che faccio (dopo aver svuotato la valigia e inviato la prima lavatrice) è accendere il computer e andare su Facebook.
Non è normale.
Dopo due giorni di TV e Facebook, intervallati dalla vita (visita alla famiglia, mini-spesa, preparazione di pranzi e cene, lavatrici, lavaggio di piatti ecc), mi sono svegliata questa mattina e ho pensato che questa Alice-video-attratta mi fa decisamente schifo.
Personalmente, accendere la TV significa spegnere il cervello. Non guardo programmi educativi, mi immergo in telefilm e cartoni animati, a volte film se ne trovo uno che non faccia addormentare. Per il resto guardo quasi solo programmi che non impegnano, che spengono la coscienza.
E questa cosa mi ha sempre spaventato, sin da quando passavo pomeriggi interi a casa di mia nonna a guardare i cartoni animati e la sera avevo mal di testa per aver guardato troppa TV.
E ora? Vi pare normale che l’unico modo che io abbia per stare alla larga da internet e dalla televisione sia non averli? Sono così solo io o siamo un’intera generazione incapace di vivere senza l’appoggio della TV e di internet? Incapaci di fare altro. Incapaci di immaginare di poter fare altro.
Quando è successo che la televisione e internet abbiano sostituito l’immaginazione, il gioco, la voglia di costruire, di sporcarsi le mani, di uscire di casa e camminare per il gusto di camminare, di fare un giro in bicicletta per il gusto di pedalare e basta?
Sono solo io a vederla in questo modo?