Qualche settimana fa parlavo di Social Network con un mia collega e mi sono resa conto di quanto le inclinazioni personali influiscano sul modo di comunicare.
Lei è una vera appassionata di Pinterest, fosse per lei ci passerebbe la vita dentro. Ha un buon numero di bacheche, che riflettono in pieno le sue passioni, oltre a un’attività serrata di Pin e di condivisioni.
I suoi follower le assomigliano, hanno delle passioni in comune con lei e si percepisce che la seguono perché trovano in lei un’anima affine.
Io, in Pinterest, non riesco a trovare nulla di interessante, o meglio, nulla che riesca a catturare la mia attenzione. Sfoglio le immagini, quelle che trovo belle le Pinno, ma non mi soffermo.
Se guardo le bacheche che io stessa ho creato e i miei Pin più ricorrenti non mi ci riconosco nemmeno, penso sempre “io non sono questa”.
Insomma, fatico a trovare la mia strada.
Quando le ho chiesto che cosa ci trovasse in Pinterest, lei mi ha dato questa risposta: “Tata, ci trovo l’ispirazione”. E questo ha un senso. Ha un senso se pensate che lei è un grafico e le immagini per lei sono il lavoro, la passione, il suo modo di comunicare.
E il punto penso sia proprio questo: è il suo modo di comunicare, non il mio. Perché io vivo di parole e per quanto mi renda perfettamente conto dell’importanza delle immagini nella comunicazione (non solo web), non c’è niente da fare, il mio lavoro, la mia passione, il mio modo di comunicare sono le parole.
Ed è anche più di questo: è un modo diverso di vedere il mondo. Tutto quello che vedo, che sento, che annuso, tutto quello che percepisco diventa storia, diventa racconto, diventa una catena di parole più o meno lunga: 140 caratteri su Twitter e, se non bastano, mi sposto su Facebook, su Google+, su Blogger, a volte finisco nello spazio riservato ai commenti nei Blog di altri.
Io scrivo mentre cammino, mentre mangio, mentre ascolto musica, scrivo sul treno, scrivo a letto, all’1e30 di notte. E spesso non mi serve nemmeno carta e penna, non mi servono computer o tablet. Alla fine, quello che poi effettivamente riporto su carta oppure online è un terzo di tutto quello che scrivo nella vita di tutti i giorni.
Lei, invece, lei trasforma tutto in immagini, tutto quello che vede, che sente, tutto quello che pensa è immagine. Io vedo parole, lei immagini.
Per questo lei preferisce Pinterest e Instragram e quell’altro, com’è che si chiama?… va beh, ce ne sono troppi e io ne conosco veramente pochissimi! Io invece preferisco Google+ e Facebook e Blogger, che magari non è un Social, però ci va vicino.
E voi?
Qual è il vostro modo di comunicare il mondo e con il mondo? Qual è il vostro Social preferito?
Nella foto: le bacheche della mia collega grafica, che dicono di lei più di quanto lei stessa, forse, non sappia.