Come ogni anno, la casa editrice per cui lavoro ha chiuso per ferie quasi tutto il mese di agosto e io posso finalmente convedermi momenti di pace nella casa al lago della mia famiglia… ovviamente senza internet!
I primi giorni di vacanza sono stati… difficili. Luglio è (da sempre) un mese pienissimo di lavoro, durante il quale corriamo a una velocità incredibile – soprattutto considerato che siamo seduti a una scrivania.
L’obiettivo è finire tutto quello che puoi finire prima della chiusura estiva e mettere in nota il resto per settembre.
Quello che ogni anno mi succede è che corro come una matta (vi assicuro ho sempre il cuore accelerato) e poi, un giorno, è fine luglio e mi ritrovo a casa, in “ferie forzate”, e la mia mente ci prova a frenare, a staccare, ma continua a lavorare a pieno ritmo ed è tutto un continuo appunto su: “cose da fare a settembre.doc”.
Per mia fortuna ho una casa di famiglia in riva al lago, dove ogni anno fuggo a gambe levate i primi giorni di agosto. Ed è lì che, ogni agosto, riesco a ritrovare ritmi decisamente più umani.
E devo ammettere che riesco a ritrovarli quasi solo esclusivamente perché non ho internet. E il mio lavoro non esiste senza internet.
Posso scrivere, posso leggere (ho letto due libri in una settimana), posso pensare, posso raccontare favole di cavalli magici, streghe e cacciatori ai figli di mio cugino, posso stare fuori tutto il giorno pensando solo a quanto sia bella la luce che si riflette sull’antico pero ritorto davanti a casa.
Ogni anno, in quella casa ritrovo un ritmo più umano anche perché trascorro il mio tempo con i miei nonni e i miei prozii, tutti in pensione, quindi ormai perennemente in “vacanza forzata”. 😉
I loro ritmi sono scanditi dal russare notturno di mio nonno, dalla luce del sole che entra dalle imposte al mattino, dai lavori da fare in casa e attorno a casa “prima che sia troppo caldo”, dalla cucina, dal riposo pomeridiano, dalle serate ad ascoltare musica nella chiesa del paese, a mangiare la pizza alla proloco, a pescare di sera, al calar del sole, mentre l’acqua del lago si tinge di rosso e a giocare a “scala quaranta”.
Ogni tanto passa un parente a salutare, si siede sotto il portico con noi, si leva il cappello asciugandosi il sudore che gli imperla la fronte ed esordisce con “che caldo che fa quest’anno”.
Ogni tanto, dal ristorante sotto casa nostra, vicino al lago, sale una delle mie prozie (la sorella più piccola di mio nonno), il viso stropicciato dalla stanchezza, perché è agosto e per lei significa lavoro, lavoro, lavoro.
Ogni tanto salgono anche i suoi nipoti e allora iniziano i giochi, le favole, i disegni, le palline di metallo del Geomag che saltano ovunque e vanno ricorse giù per la discesa.
E ogni anno penso che sarebbe bello se si potesse passare la vita non dico senza lavorare, però magari lavorando meno, così da dedicare più tempo alla famiglia, alla casa, agli amici, ai figli.
E ogni anno penso a quanto sia salutare, soprattutto per chi come me ci lavora, poter stare senza internet per un po’, senza notifiche e senza condividere online ogni singolo istante che ci capita di vivere.
In definitiva, quando sono tornata a casa ero un’altra. La prima cosa che ho fatto è stata sedermi sul mio divano per iniziare a leggere il terzo libro, senza pensare ai siti, ai social, ai blog e alle “cose che restano da fare a settembre”.
Quindi, come ogni anno, il mio grazie va ai miei nonni e ai miei prozii, che mi ospitano e vi assicuro mi coccolano più che se fossi figlia loro, e mi permettono di apprezzare quel tempo che, per mia fortuna, posso ancora chiamare “ferie”.
Che bel racconto Alice….fatto di cose semplici eppure di grande importanza, gli affetti, le proprie radici…..adoro chi sa vivere e raccontare la vita con gratitudine e amore !!
Un abbraccio
Piera
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Ciao Alice,
mi piace davvero tanto il tono evocativo e delicato di questo post, hai saputo trasmettere la pace degli incantevoli paesaggi intorno al lago anche a chi può soltanto immaginarseli… sono d'accordo con te, in queste occasioni in cui si è separati dalla frenesia dei ritmi di internet si può riscoprire il valore della tranquillità e il gusto di assaporare delle belle storie.
A presto!
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Grazie Ilario,
che belle parole hai dedicato al mio post in questo commento! Te ne ringrazio. Spero che anche tu abbia potuto gustarti un po' di pace e di tranquillità quest'estate… magari lontano da internet, visto che anche tu sei sempre collegato. 🙂
Un abbraccio (online) e a presto. 😀
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Grazie cara Piera,
grazie per la presenza costante sul mio blog e per le tue parole, sempre dolci e piene di affetto. La vita non è di certo facile, spesso anzi è sconfortante e piena di difficoltà, però penso che viverla ringraziando ogni giorno delle piccole gioie che ci vengono concesse e che ci guadagniamo sia la cosa più importante.
E sono certa che anche tu, nonostante tutto, la pensi come me.
Ricambio forte l'abbraccio, per ora solo virtuale.
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Tutti noi tuoi fedeli lettori sappiamo emozionarci per le tue parole, soprattutto quando racconti di emozioni e sentimenti, perché anche noi quei sentimenti li abbiamo provati, magari tanti anni fa, forse da piccoli, forse anche solo per pochi istanti.
Io mi ritrovo spesso in quelle emozioni che descrivi come se io stesso le avessi vissute di persona, e probabilmente è vero, le avrò anche vissute ma non l'ho mai scritto né saputo raccontare.
Leggendoti, una parte di me emerge è si disvela dal profondo, cosa che succede raramente, solo quando leggo un libro scritto da un grande autore.
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