Questa sera, girovagando online, sono inciampata in un video di Marco Montemagno. Mi ha attirato il titolo: Ma che cosa stai aspettando?
E ho finito per ascoltarlo con il mal di pancia e il magone perché è vero, io sto rimandando.
Sto rimandando perché ho paura di prendere la strada sbagliata, di rinunciare a qualcosa di sicuro in favore dell’ignoto, di rompere l’equilibrio che mi sono costruita, di ritrovarmi all’improvviso davanti al “vuoto”, al “nulla”.
Di ritrovarmi un domani a pentirmi della mia scelta.
Così, vado avanti e rifletto, rifletto ancora, rifletto ancora e ancora e il risultato è solo uno: è oltre un anno che rimando, aspettando il momento perfetto, la situazione perfetta, aspettando di sentirmi pronta, aspettando… aspettando.
E dire che pensavo di aver già imparato la lezione nel lontano 2006, quando scrissi questa poesia (a onor del vero è una strofa di una poesia più lunga, che vi risparmio):
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Dirti “Ti amo”
sui gradini di una chiesa
di fronte a un paesaggio notturno
pieno di stelle, il silenzio ovunque,
solo il mio cuore e il tuo sguardo imbarazzato.
Dirtelo comunque
anche senza il panorama perfetto
senza la notte perfetta
anche se non siamo soli.
Perché aspettare?
Siamo tutti cadaveri potenziali.
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E invece, a quanto pare, non ho imparato niente. Continuo a non volermi arrendere all’evidenza che la vita è fatta di scelte e che, di fronte a una scelta, si finisce sempre per dover rinunciare a qualcosa.
Non si può vivere prendendo due strade in contemporanea perché, purtroppo o per fortuna, non siamo dentro il film Sliding doors.
Vi lascio in compagnia del video di Marco Montemagno e… aspetto il vostro parere. 🙂