Avete mai pensato a quanto spazio la tecnologia occupi nelle nostre vite? La usiamo praticamente sempre, da quando ci alziamo la mattina a quando andiamo a dormire la sera.
Abbiamo sempre qualche dispositivo acceso: se non è la televisione, è il computer, se non è il computer, è il tablet o lo SmartPhone.
La tecnologia ci accompagna ovunque: non solo in casa o al lavoro, ma anche mentre camminiamo per la strada (e dovremmo guardare dove andiamo), mentre guidiamo la macchina (e non pensate male! Mi riferisco al navigatore, non alla mala-abitudine di mandare messaggini mentre si guida…), mentre siamo seduti in autobus o in treno.
Le persone salgono sul treno, cercano un posto dove sedersi e appena appoggiate le… chiappe al proprio posto, estraggono il telefono e via, sono già immersi nel loro mondo online.
Io non ho le competenze per analizzare la nostra società (non sono una sociologa o una psicologa o altro) però questo vivere costantemente collegati mi rende inquieta.
Non posso fare a meno di chiedermi: e se fosse un segnale che non siamo più capaci di stare? Di stare così. Semplicemente con noi stessi e con i nostri pensieri, mentre aspettiamo un autobus, mentre viaggiamo, mentre camminiamo da un luogo a un altro.
Perché sentiamo sempre il bisogno di qualcosa che ci tenga impegnati, che ci distragga, che ci porti altrovi, che ci riempia il tempo e lo spazio?
Su questo argomento mi interrogo da sempre e continuerò a interrogarmi, anche se temo non arriverò mai a una risposta univoca; perché la tecnologia è oggettivamente utile, anche se nasconde rischi e insidie.
Se vi interessa, potete leggere i mie post sulla TECNOLOGIA e sulla SOCIETÀ.