A distanza di circa 6 mesi, oggi posso certamente affermare che il giorno in cui ho scoperto la meditazione Mindfulness Psicosomatica, la mia vita è cambiata, cambiata in meglio.
Nonostante avessi cambiato lavoro, e fossi passata dal tempo pieno al partime, non avevo minimamente modificato l’approccio che avevo sempre avuto nei confronti del lavoro; un approccio che mi portava a vivere incagliata tra passato e futuro.
Per farvi capire: avevo la mente sempre “ingolfata” di pensieri. Uscivo dall’ufficio e continuavo a rimuginare sulla giornata appena passata – “Avrei dovuto dire/fare/scrivere”, “Sarebbe stato meglio se”, “Ma perché ho fatto/detto quella cosa, non era meglio se?” – del tutto dominata dalla costante sensazione di non aver fatto abbastanza e che avrei potuto fare meglio.
Dall’altra parte ero sempre proiettata verso il futuro, in preda a un ansiogeno bisogno di tenere tutto sotto controllo: “Domani devo chiamare la tal persona”, “Devo scrivere quell’articolo”, “Devo ricordarmi di dire/fare/andare” e via dicendo.
E vi assicuro non era perché avevo cambiato lavoro ed era tutto nuovo; nel mio precedente impiego reagivo allo stesso identivo modo, se non peggio!
Il risultato? Continuavo imperterrita a soffrire di colite e, spesso e volentieri, mi ritrovavo del tutto priva di energie (fisiche e mentali), peggio che se avessi corso una maratona senza allenamento.
La Mindfulness Psicosomatica mi ha insegnato a concentrare l’attenzione sul presente, sulle sensazioni auditive, tattili, olfattive, visive percepite grazie al mio corpo e sulle emozioni provate nel qui ed ora, nell’attimo in cui si sta vivendo.
Concentrarmi sul presente mi ha permesso di interrompere quel rimuginio costante, smettendo di vivere nel passato e nel futuro, e allentando la morsa dell’ansia (che mi faceva venire la colite).
Potrà sembrare una piccola cosa, ma per quanto mi riguarda si è trattata di una piccola rivoluzione.
Grazie a questo corso ho capito che spesso ci auto-imprigioniamo: siamo talmente abituati a vederci in un certo modo, a credere di essere in un certo modo, che ci trasciniamo avanti, un passo davanti all’altro, senza renderci conto che siamo anche… altro.
Sia chiaro: non sono diventata un’altra persona (non lo vorrei neanche).
Sono ancora quella che nel lavoro mette anima e corpo, che non si tira mai indietro, che dedica al lavoro molte più ore di quelle dovute, tanto che spesso arrivo al fine settimana stanchissima perché cento ne penso e mille ne faccio; però cerco di concentrarmi e di vivere in presenza, assaporando il qui e ora e lasciando il passato e il futuro dove è giusto che stiamo: dietro e davanti.
E vorrei farvi notare che ho scritto “cerco di”, perché sono ben lontana dal riuscirci sempre! 😉
In chiusura, ci tengo a ringraziare l’insegnante di Mindfulness Psicosomatica: Paola Benzi, una persona straordinaria che ha saputo trasmettermi questa pratica che – dal mio punto di vista – andrebbe introdotta nelle scuole di ogni ordine e grado.
Perché non si è mai troppo giovani, o troppo vecchi, per allenare la concentrazione e la consapevolezza di sé.
Se volete maggiori informazioni, potete:
- leggere l’articolo – molto più approfondito e più “formale” – che ho scritto per lavoro: Ritrovare la serenità grazie alla Mindfulness;
- seguire la pagina Facebook Mindfulness Psicosomatica Alessandria e Bologna, dove troverete anche i futuri corsi ed eventi.
E se avete dubbi o domande, scrivetemi pure nei commenti. 😀
Ma che meraviglia ti ringrazio per il prezioso contributo. Come te sto facendo questo percorso in ambito diverso ma con medesimo obiettivo e funziona veramente. Ci va impegno, una sorta di allenamento quotidiano ma arricchisce e calma
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La meditazione mi ha reso più consapevole di me stessa, di quello che sono e che voglio essere. Mi ha reso anche più attenta ai bisogni del mio corpo, che prima mettevo a tacere in maniera spietata. 🙄 Grazie a te per il commento. ♥️
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Si concordo
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