Ore diciotto e trenta
Radi i passanti per la strada
Ancor più rade le auto
che transitano placide
tra le serrande chiuse dei negozi
Occhi ciechi che fino a ieri
vegliavano la notte.
Una donna
poco distante
starnutisce
e un ragazzo sobbalza
nel passarle accanto,
osserva l’aria attorno
con occhi sbarrati
quasi potesse
vedere i germi
accerchiarlo,
in modalità d’assalto.
Un semaforo rosso
finalmente mi ferma
e posso scrivere,
poche parole sbilenche
per ricordare l’atmosfera
di questa città
dove già si respira
la fine del mondo.
***
Poesia di Alice Spiga
Foto di Manuel Darío Fuentes Hernández da Pixabay
la fine di questo brutto mondo…speriamo…se vivessimo con la natura un rapporto di maggior rispetto e appartenenza tutto ciò, forse, noj accadrebbe…da qui forse ho speranza che questa crisi ci migliori…ma i segnali non son buoni…un abbraccio solidale Alice
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Per quando mi riguarda, non so per quale motivo, ma questo periodo mi ha come risvegliato. Ho pensato: “Dovessi morire domani, sarei soddisfatta di me stessa?” E la risposta è stata: “No. Sto leggendo poco, scrivendo anche meno, mi sono rifugiata nel lavoro, scappando da tutto il resto e non mi piace, non mi piace per nulla”. E così mi sono rimessa in gioco, sto rimettendo mano alle mie poesie, sto leggendo, sto scrivendo e… mi sento tornare IO. Non so quanto durerà… per ora sto. 😉
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e dalla ricomposizione del mosaico del nostro frantumato “io” che nasce la ripartenza…..sono d’accordo è una gran risposta.
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Per anni ho avuto una frase appesa in casa. Era un brano tratto da La lettera scarlatta. La madre diceva alla figlia: “Devi raccogliere tutti i pezzi di te stessa per essere completa”. E credo sia un lavoro che non finisce mai… un puzzle di milioni di miliari di pezzi. 😉
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io sto ancora a raccogliere…infatti 😘
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