Mi sono resa conto di essere cambiata.
Una volta mi imponevo di scrivere una cosa alla volta. Se stavo lavorando su un racconto, e mi veniva un’altra idea, mi obbligavo a cercare di finire il racconto prima di iniziare altro.
Impuntandomi a finire a tutti i costi, ottenevo solo un risultato: perdevo interesse. Era diventato un obbligo, non mi divertivo più e così finivo per non portare a termine quello che avevo iniziato, sentendomi una fallita.
Poi, grazie a un lungo lavoro su me stessa – che non finirà probabilmente mai – ho capito alcune cose:
- Non devo per forza finire quello che inizio. Non è un compito di scuola, nessuno mi darà “impreparato” se non consegno.
- Non ci sono scadenze. Posso passare anche tutta la vita a scrivere un romanzo e non finirlo mai. E non ci sarebbe comunque alcun problema.
- Posso scrivere più di una storia in contemporanea così come leggo più di un libro in contemporanea.
Sul mio comodino, al momento, ci sono tre libri (e sono pochi, ve l’assicuro): uno di lavoro, uno che mi ha prestato Andrea e uno che sto leggendo per documentarmi su quello che sto scrivendo. E riesco a seguirli tutti senza alcun problema.
Da quando ho abbandonato tutte le regole che mi ero auto-imposta e ho iniziato a scrivere liberamente, senza preoccuparmi se finirò, senza dirmi “sì, questo lo puoi scrivere”, “no, quello non si può” e “prima finisci e dopo puoi iniziare altro”, sto scrivendo tantissimo.
Un racconto lungo, un romanzo, qualche poesia e tanti post per il mio blog. Passare da una cosa a un’altra mi permette di sfruttare al massimo la mia creatività e, soprattutto, mi fa sentire LIBERA.
Libera di esprimermi. Libera di essere quello che ho sempre voluto essere: una persona che scrive.