«Chi può sapere per quali mani siano passati i volumi che ho in negozio? Mani di ogni genere, senza dubbio: dai sacerdoti agli assassini. Per alcuni la storia che si nasconde dietro un libro usato è un mistero che emoziona e accende l’immaginazione.»
Il libro da cui ho tratto questa citazione è Una vita da libraio, di Shaun Bythell. Un libro dedicato ai libri, ambientato in uno dei luoghi per me più magici al mondo: una libreria dell’usato.
La narrazione copre un anno di vita dell’autore e si configura come un diario in cui Shaun racconta personaggi e avvenimenti della sua libreria con una vena di ironia che mi ha divertito e coinvolto dalla prima all’ultima pagina.
Già nel corso della lettura, mi sono ritrovata a consigliarlo a tutte le persone con cui ho parlato e, appena finito, non vedevo l’ora di scrivere questa recensione (cosa che non faccio praticamente mai; in otto anni di blog, è la seconda recensione* che scrivo e io leggo tanto, ma proprio tanto).
Di questo libro mi è rimasto impresso (a parte l’ambientazione):
- La capacità dell’autore di delineare i personaggi con pochi e semplici dettagli: “l’affascinante sommergibilista in pensione”, il “tizio fischiettante con la coda di cavallo e un cappello”, il compaesano con il “leggiadro nomignolo di Archibald il Torvo”.
- La sua capacità di rendere indispensabile alla narrazione un personaggio odioso: Nicky. «Sciatta come una zingara», svogliata, irritante ai massimi livelli, è la commessa che nessuno vorrebbe avere in negozio. E, allo stesso tempo, è: «Necessaria al mio negozio tanto quanto i libri, senza di lei questo posto perderebbe gran parte del suo fascino».
- Le molteplici iniziative per coinvolgere i clienti e gli avventori della libreria. Cito:
- Invitare i clienti a farsi filmare mentre leggono un brano dal loro libro preferito (che poi postano online sui propri Social).
- Un festival letterario, organizzato con il coinvolgimento di tutto il paese.
- L’affitto di una stanza, al piano di sopra, per corsi di varia natura (tipo il laboratorio d’arte delle “vecchiette”).
- Il Random Book Club (in pratica: le persone si iscrivono, pagano una quota fissa e, una volta all’anno, ricevono libri scelti dal librario).
- La quantità innumerevole di citazioni e riferimenti ad altri libri. Ne parla con tanta passione che, è inevitabile, ho già comprato tre libri (uno di carta e due ebook) e mi sono scaricata – sul Kindle – otto diversi estratti.
In definitiva: un libro per chi ama i libri.
*Per chi fosse interessato, ho scritto anche:
Recensione del libro Il taglio del bosco di Carlo Cassola
ottima recensione! Deve essere proprio un bel libro, mi prendo i riferimenti e me li copio. Buon serata 🙂
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A me è piaciuto veramente tanto. Ora sto leggendo “Cecità” di Saramago (uno dei tanti libri consigliati in questa “Storia di un libraio”)… e per ora mi sta piacendo anche quello. 🙂
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dai.. poi ce lo racconti 😉
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Questa mattina mi sono svegliata con l’inizio del post dedicato a Cecità… appena lo finisco, scrivo. 😉
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