Consultando le cartelle del computer, dove conservo tutti i pezzi di storie che ho scritto, mi sono accorta che esiste una costante: arrivo a scrivere circa ventisette / ventinove / trentaquattro pagine e poi mi fermo.
Andrea dice che mi manca un metodo, che mi manca la costanza, che scrivo sulla scia dell’ispirazione e, finita quella, abbandono un progetto di scrittura per dedicarmi a un altro.
Mi ha detto: «Dovresti amare quello che scrivi, tornarci sopra, rielaborare, correggere. Averne cura». Detesto quando ha ragione! Perché poi mi tocca ammettere che ha ragione e vederlo pure gongolare.
Ad ogni modo, siccome ho finito la prima stesura di un racconto autobiografico (ho scritto ventinove pagine) e non so bene come portarlo avanti, ho deciso di provare una strada nuova.
Ho contattato Francesca Sanzo, che ho conosciuto tramite LinkedIn.
Francesca è una consulente e, insieme a lei, inizierò un percorso per arrivare a scrivere un romanzo autobiografico basato su alcune esperienze particolari che mi hanno portato ad essere quella che sono oggi.
Non so se lo pubblicherò mai, non è questo il punto. Ho bisogno di arrivare in fondo a questa storia in particolare, di dare dignità a quello che ho vissuto e che sto vivendo.
E ho anche bisogno di imparare un metodo, che possa poi tornarmi utile anche in altri progetti di scrittura, quelli fermi a pagina ventisette e trentaquattro. 😉
E voi?
State scrivendo qualcosa? Seguite un metodo?
Chiaramente dipende da quello che si scrive.
L’unico consiglio è di scrivere ogni giorno qualcosa indipendentemente dal libro che vuoi scrivere.
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La costanza purtroppo non è il mio forte… vengo presa da raptus di scrittura e scrivo sempre (giorno e, purtroppo per Andrea, anche notte). Poi mi blocco e sto anche mesi senza toccare la penna (beh, il computer). Ehhh… ci vuole pazienza. Più con se stessi che con gli altri. 😉
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Basta che non scrivi in camera, e lo lasci dormire non dovrebbe essere un grosso problema per Andrea.
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