Ieri mattina era domenica ed è venuto a nevicare. Grossi fiocchi che, in meno di mezz’ora, hanno imbiancato tutto.
Due terzi di me erano puro e semplice entusiasmo: una bambina che saltellava da un piede all’altro, gioendo come se non ci fosse un domani.
Un terzo di me era pura e semplice preoccupazione: “Se non smette, domani come arrivo al lavoro? Dovrò spostare tutti gli appuntamenti. È un casino”.
Dopo pranzo, la neve ha smesso di cadere e sono andata a camminare.
Ho preso una stradina secondaria, sempre poco trafficata, dove la neve persiste più a lungo che altrove. E infatti era ancora bianca, quasi intonsa.
Camminando, ho ascoltato il suono dei miei passi sulle neve fresca, il freddo pungente sulle gote e ho lasciato che i due terzi entusiasti invadessero la parte di me preoccupata.





All’improvviso mi sono resa conto di avere un gran sorriso sulla faccia, come quando ero bambina e andavo in montagna, a giocare nelle neve.
Per immortalare il momento e non dimenticare come si sentivo, mi sono fotografata.
Mi è venuto da pensare che ho spesso questo atteggiamento. Prendete, ad esempio, il mio rapporto con la scrittura.
Due terzi di me sono entusiasti perché sto scrivendo il mio primo romanzo. Un terzo di me è disfattista e si ripete:
“Non ce la farai mai. Ti arenerai come fai sempre. Mollerai tutto e sarai una delusione per tutte le persone che credono in te”.
Con il blog? Stessa cosa: due terzi entusiasti perché ho tante idee da condividere, tanti commenti, sempre più persone che leggono quello che scrivo.
Un terzo di me pensa: “Tanto lo sai come andrà a finire. L’ispirazione finirà, smetterai di aggiornare il blog, sparirai nella blog-sfera e nessuno sentirà la mancanza delle stupidaggini che condividi”.
Mi sono chiesta: da dove viene questo un terzo “disfattista-ansioso-giudicante” che non mi lascia essere semplicemente entusiasta di quello che sono e di quello che amo?
Poi mi sono resa conto che non mi interessa “da dove viene”, mi interessa sapere che c’è e che esiste un modo per “invaderlo”.
Sono preoccupata che non finirò mai il mio romanzo? Che l’ispirazione finirà e il mio blog giacerà solo e abbandonato?
E allora mi sono detta:
“Alice, vai avanti a scrivere. Lascia che l’amore per la scrittura dilaghi e invada tutto il resto, che la preoccupazione anneghi nell’entusiasmo per quello che vivi e che scrivi”.
Il terzo disfattista si chiama auto sabotaggio. Per disnescarlo bisogna riconoscerlo e far prevalere gli altri due terzi. Non è facile da fare, ma a volte basta una foto. 😁
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Mi piace la definizione di “auto-sabotaggio”… si sposa perfettamente al mio simpatico “un terzo”. 😉
E sì, a volte basta una foto.
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“nessuno sentirà la mancanza delle stupidaggini che condividi”
Haha, me lo dico spesso anch’io.
Ma in effetti a me manca la presenza di altri “bloggers” che hanno abbandonato il blog per motivi vari (mancanza di tempo, perdita di entusiasmo, poche idee…).
Bello vederti in foto, bella la neve.
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Io sono tra quelle che sentirebbe la mancanza del tuo blog. 🙂
Si crea un legame, anche senza conoscersi, anche senza essersi mai visti, se non in foto (a volte).
La neve invece si è già sciolta… aspetto la prossima, con tutto l’entusiasmo di cui sono capace. 😉
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Grazie, Alice
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Anch’io adoro la neve ma qui ha fatto poco e niente….uffi
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Qui è durata pochissimo, purtroppo. Fosse per me, vorrei vivere circondata da metri e metri di neve. 🙂 Anche se mi rendo conto che sarebbe una situazione difficile da gestire…
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Idem come te
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