Qualche anno fa, durante il corso di scrittura di Gianluca Morozzi, conobbi un ragazzo che scriveva solo di notte.
Di giorno lavorava in banca, trascorreva il tempo libero con la moglie e la figlia e di notte scriveva romanzi.
Tutto molto poetico, ma considerate le pesanti occhiaie e la magrezza estrema, pensai che per me non era un esempio da seguire.
Nel corso degli ultimi mesi, però, capisco sempre meglio quello scrittore nottambulo.
Ogni notte mi sveglio tra le 3:30 e le 3:45 – di solito a causa della pipì – e fatico a riaddormentarmi perché vedo me stessa scrivere.
Ho proprio la visione di me stessa seduta alla scrivania, il PC acceso e le mani che volano sulla tastiera; un’immagine che mi attrae tantissimo e che mi ha fatto pensare.
Mi sono chiesta: “Perché ho tanta voglia di scrivere di notte? Perché il giorno non ha la stessa magica attrattiva?”
E la risposta è molto semplice: durante la notte, distrazioni e interruzioni sono ridotte a quasi zero, quindi la creatività è lasciata libera di imperversare, di prendersi tutto lo spazio che vuole, tipo fiume in piena.
Di giorno, invece, si è distratti da mille cose: il lavoro, la famiglia, internet (blog, social network, email), la lavatrice, la lavastoviglie, la fame… 😉
Però, siccome non ho proprio il fisico per vivere di giorno e scrivere di notte, ho deciso che mi ritaglierò dello spazio e del tempo (di giorno) in cui scrivere senza distrazioni: internet chiuso, telefono in modalità “non disturbare”, porta chiusa dello studio dove lavoro.
Chissà, forse dando alla mia sirena personale quello che tanto desidera, lei smetterà di venire a visitarmi di notte…
… E se proprio non sta capita, vorrà dire che le canterò: “Ma la notte, ma la notte, ma la notte, ma la notte, ma la notte, ma la notte NO”. 😉
E voi?
Avete anche voi una sirena che, con il suo canto, vi alletta di notte?
Foto da Pexels.com
Sono una pensionata e sono sola per molte ore al giorno, quindi ho tutto il tempo per scrivere; mi ricordo però che quando ero giovane e lavoravo e avevo dei bambini piccoli non avevo mai tempo per scrivere e mi dicevo: se avessi veramente il fuoco sacro mi alzerei la notte… ma il sonno era troppo più forte…
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Noi non abbiamo figli, ma tra lavoro, casa, famiglia e impegni vari, le giornate non sono mai abbastanza lunghe. Se ne avessi la forza, starei alzata la notte a scrivere, però poi il giorno dopo sono rintronata… e come si fa??
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PS: mi sono scaricata sul Kindle l’anteprima di “L’ultimo dei Santi”… m’incuriosisce.
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Wow! Che bellezza! Poi mi dirai se ti è piaciuto! Anzi, se l’hai preso su Amazon potresti farmi una recensione sul loro sito… 😉
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Più che volentieri… appena finisco, recensisco. 🙂
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La notte qualche volta studiavo, ai tempi dell’università. E comunque il silenzio notturno ispira a fare qualsiasi cosa, anche a leggere ed ascoltare musica con le cuffie.
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