Più animali che esseri umani

Questa settimana mi ero ripromessa di riposarmi. Lunedì scorso mi sono svegliata con un mal di testa feroce e persistente. Sentivo persino i pensieri ovattati, come quando si è dormito poco e male.

E in effetti tra scrivere, lavorare, andare in palestra e a camminare, avevo la sensazione di non fermarmi da tanto (troppo) tempo.

Così mi sono detta: “Questa settimana mi riposo. Niente palestra, niente camminate, lavoro lo stretto necessario e, visto che sono in anticipo sui tempi, mi prendo una pausa anche dalla scrittura del mio romanzo”.

Devo ammettere che ho rispettato i miei buoni propositi per un terzo.

Non sono andata in palestra (ero veramente molto stanca e ogni tanto una pausa ci vuole), però ho comunque lavorato troppo, ho continuato a scrivere e non ho resistito ad andare a camminare.

Dai… ma avete visto che giornate magnifiche ci sono state? Un sole splendente, una temperatura da primavera, come facevo a resistere?

Tra l’altro, qui sulle colline, non c’era anima viva in giro. Sono andata a camminare martedì e mercoledì e ho incrociato pochissime persone e ancora meno macchine.

Un ragazzo in bici, un cane che pensavo fosse solo e invece, pochi passi dietro, c’era il suo padrone che continua a urlare “STELLA! FERMATI! VIENI QUI!” e il cane tirava dritto incurante dei richiami del suo padrone.

Poi due signori anziani che mi hanno salutato tutti arzilli, una ragazza con un husky al guinzaglio che mandava un vocale e non mi ha degnato di uno sguardo (la ragazza, non l’husky).

Per il resto: un gallo, un numero imprecisato di galline, oche, porcellini d’India, il solito cane vicino alla chiesa, che credo sia del custode perché lo incontro quasi sempre.

Altri due cani molto anziani, dietro un recinto, uno bianco e uno nero. Quello bianco si è tirato su a fatica, ha emesso un “wof” poco convinto e molto rauco, come a dire: “Perché passi di qui e ci disturbi? Mi fai anche alzare che non ne ho voglia”.

Almeno un paio di uccellini, sentiti più che visti. Si chiamavano a vicenda, tra i rami di un grande albero sempreverde: uno faceva una specie di trillo, l’altro un fischio acuto e penetrante, ben nascosti tra le foglie mosse dal vento.

Alla fine dei conti, mi sa che ho incrociato più animali che esseri umani. Bellissimo. 🙂

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5 pensieri riguardo “Più animali che esseri umani

    1. Camminare in campagna, nella natura, smuove sempre “qualcosa”. Io torno sempre a casa ispirata… anzi, spesso scrivo camminando! Ho scoperto la funzione “parla ora” di google e ora parlo al telefono, da sola, e il telefono trascrive quello che dico. Sembro una pazza…

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