Cinque considerazioni sugli editori, una scelta e un ringraziamento

Dopo due giorni di immersione online alla ricerca delle case editrici alle quali proporre il mio romanzo, ho tratto cinque considerazioni e fatto una scelta.

Prima considerazione

Gli editori si distinguono in (almeno) 5 tipologie:

  1. I grandi editori che pubblicano pressoché qualsiasi genere, abbordabili solo da scrittori già affermati o famose, che hanno già un loro seguito.
  2. Gli editori specializzati, di medie e piccole dimensioni, che pubblicano all’interno di uno o due generi letterari: noir e gialli / rosa e al femminile / spirituali e new age (yoga, meditazione, cure alternative) / ecc. ecc. ecc.
  3. Gli editori indipendenti, di solito di piccole dimensioni: si sono ricavati una nicchia di mercato ben specifica, con un pubblico ben specifico e si rivolgono in prevalenza agli esordienti. Alcuni pubblicano di tutto un po’, altri si sono specializzati solo in alcuni generi.
  4. Gli editori di libri per bambini: hanno dei siti web bellissimi. Sembra un bel mondo in cui lavorare.
  5. Gli editori a pagamento, che offrono la pubblicazione dell’opera dietro compenso. Devo dire che ne ho beccati pochi… però forse alcuni non lo scrivono apertamente.

Seconda considerazione

Non tutti gli editori accettano nuovi manoscritti. Ho trovato avvisi tipo: “Il piano editoriale della nostra casa editrice è pieno fino a marzo 2024. I manoscritti che arriveranno prima di quella data saranno cestinati”.

Oppure: “Al momento siamo pieni di manoscritti. Fino a nuovo avviso, si pregano gli aspiranti scrittori di non inviarne altri”.

Terza considerazione

Non mi ero resa conto di quanto stesse fiorendo il self-publishing ovvero la pubblicazione fai da te.

In pratica: tu scrivi, correggi e impagini il libro, lo carichi sua una piattaforma pagando una cifra abbastanza ridicola, lo promuovi tramite i tuoi canali e, se qualcuno ordina il libro, loro* lo stampano e lo spediscono o lo consegnano.

Se il libro diventa famoso, una casa editrice potrebbe notarlo, contattare l’autore e offrirgli un vero contratto editoriale.

*Queste piattaforme di self-publishing fanno capo a grosse aziende come Amazon oppure a editori come Mondadori o a comunità letterarie come Wattpad.

Quarta considerazione

Una strada proposta da alcuni editori è il concorso letterario. Mandi il romanzo, paghi tipo 20 euro per partecipare, una giuria valuta il lavoro e l’autore primo classificato vince il contratto editoriale e la pubblicazione del libro inviato.

Quinta considerazione

Interessante anche il fenomeno degli editori solo digitali: niente carta, niente stampa, solo formati digitali, quindi solo ed esclusivamente e-book.

Quindi? Che cosa farò con il mio romanzo?

Per la pubblicazione del mio libro – considerato il tema, che prima o poi vi svelerò – ho scelto di provare tre strade:

  1. Proporlo agli editori indipendenti che si occupano di narrativa contemporanea. Ne ho selezionati alcuni, ai quali scriverò (tenete tutte le dita incrociate per me).
  2. Se non avrò alcun riscontro, prenderò la strada del self publishing. Anche se promuovermi da sola sarebbe veramente una fatica notevole…
  3. Tra questi due estremi c’è il concorso letterario. Ho partecipato a qualche concorso con le mie poesie, tipo mille anni fa, ma non è che ne abbia mai tratto chissà quale soddisfazione. Ci penserò…

Ci tengo a ringraziare

La mia Personal Writing Coach Francesca Sanzo e l’autrice Marisa Salabelle per i preziosi consigli e gli ottimi spunti di riflessione in materia di editori.

L’amico blogger Un allegro pessimista che mi ha aperto la porta della pubblicazione senza un editore.

Tutte le persone – online e offline – che mi stanno dando un sostegno ENORME in questa mia titanica impresa. Grazie grazie grazie.

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16 pensieri riguardo “Cinque considerazioni sugli editori, una scelta e un ringraziamento

  1. Anche se non sarà facile io ti incoraggio a tentare di farti pubblicare. L’altra opzione, cioè vendere qualche copia a parenti e amici che non se la sentono di dire di no, con solo la vaga speranza di andare in pari con le spese, potresti tenerla come ultima spiaggia.

    😏

    Piccola nota a margine: in caso di libro autoprodotto forse sarebbe il caso di fare scrivere una prefazione a qualche professore o altro personaggio lievemente noto, anche solo a livello locale.

    🧐

    P.S. Una volta in rete c’erano covi di aspiranti autori mai pubblicati che si scambiavano consigli su come farsi pubblicare. Chissà se ci sono ancora?

    🤔

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    1. Grazie! Tanti consigli super utili! Terrò tutto presente e farò qualche ricerca online. Grazie davvero. 🙏♥️
      PS: ho già pensato a un paio di persone che potrebbero scrivere la prefazione o postfazione. Vedremo… 🤩

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    1. Ciao! Stavo giusto riflettendo che è un po’ che non ti sento. Come stai caro amico toscano? 😉
      Io ho in progetto tre giorni (oggi compreso) di relax assoluto e coccole sul divano. 🙂
      PS: buona Pasqua anche a te.

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  2. Il mio sostegno può essere solo morale, dato che non ho conoscenza diretta del percorso di pubblicazione.
    Credo sia una strada ardua, perché la scrittura affascina moltissime persone, e le case editrice sono letteralmente sommerse di manoscritti, più o meno buoni.
    Il self credo sia una strada quasi obbligatoria, ma credo sia carino organizzare qualche incontro di auto-promozione. Qui a Padova Autori poco noti si fanno conoscere presso librerie, centri culturali, biblioteche, patronati… l’unico modo è questo, per chi non ha un “nome” che possa acchiappare il lettore comune.

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    1. Grazie del sostegno morale. 🙂
      Esistono editori che pubblicano gli esordienti, di solito sono piccole case editrici specializzate. Ne ho selezionate alcune e proverò a propormi. Spero di avere (anche) fortuna.
      Credo in quello che ho scritto, la tenacia di certo non mi manca e non ho fretta di arrivare in libreria…
      Terrò tutti informati tramite blog, ovviamente. 😊
      Oh… e grazie per la dritta sulla presentazione del libro. 💖

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  3. il self publishing è interessante ma se non hai abilità marketing, tempo , passione tecnologica e soldi, il tuo libro non sarà acquistato da nessuno. Ma la stessa cosa vale con le piccole case editrici le quali non hanno i mezzi per darti molta visibilità. Non so cosa riguardi il tuo romanzo, ma io seguirei la strada dei concorsi letterari (ce ne sono tanti, molti anche gratuiti) e l’invio a piccole case editrici. Tutte dicono di essere NO EAP. Metà lo sono, l’altra metà fingono, perché ci sono molti modi per far pagare lo scrittore. Ad ogni modo le CE sono tantissime, vedrai che troverai quella che fa per te.

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    1. Grazie! Escludo al momento il self publishing per quello che tu stesso dici: troppo lavoro per me e rari risultati. Sul fronte editori, ho passato quattro giorni a spulciare elenchi infiniti di editori e no ho selezionati alcuni che potrebbero essere interessati e apertamente NO EAP (alcuni hanno persino un logo sul sito!). Il concorso letterario non so, la vedo come una “strada di riserva” se proprio gli editori non fossero interessati. Ci vorrà tempo e pazienza…
      PS: alcuni editori, anche se piccoli, si appoggiano a grandi distributori come Messaggerie, quindi il libro ha qualche possibilità in più in termini di visibilità e promozione.

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      1. non illuderti 🙂 anche se sono distribuiti da messaggerie il tuo libro non sarà mai esposto in libreria. Potrà essere richiesto, quello sì, ma se vuoi che sia presente in libreria devi prendere qualche accordo con librerie indipendenti.

        Per esperienza ti dico che alcune CE, con tanto di logo NO EAP in prima pagina e anche come esordio nella conversazione telefonica, poi si sono rivelate poco o tanto a pagamento. Lo scorso anno ho rifiutato 3 contratti: in uno mi hanno chiesto l’acquisto di 50 copie, in un altro 390 euro per contribuire all’editing. Il terzo non chiedeva nulla ma mi dava i diritti d’autore dopo la 60esima copia venduta e al raggiungimento di 250 euro. Cioè mai. E quindi, il mio imperativo è quello di ottenere un contratto uguale o migliore al precedente e non fare mai un passo indietro 🙂

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