Voglio imprimere a fuoco nella memoria ogni singolo ricordo che ti riguarda, che ci riguarda.
Voglio ricordarti fuori dalla mia scuola elementare, sotto un ombrello da pescatore due metri per due, per salvare dalla pioggia torrenziale il maggior numero possibile dei miei compagni di classe.
Piegato sulle ginocchia a montare i gradini in legno della scala, nella nostra casa al lago, mentre discuti e imprechi con tuo fratello perché hai ragione tu e lui non sta capito.
Mentre scopri la vasca dei “bigatti” e io: «Nonno! Che schifo! Sono vermi!». E tu: «Cosa pensavi usassi per pescare?». E di sicuro non hai detto “usassi”, perché il congiuntivo non era proprio il tuo forte.
E poi bambino, seduto a sistemare la tua canna da pesca improvvisata, tua madre che esce da casa, si ripara gli occhi al sole accecante dell’estate e ti chiama per coinvolgerti in un lavoro che non avrai voglia di fare; e davvero non so come farò ad andare avanti a scrivere la tua storia, la nostra storia, se anche solo questo mi riempie il viso di lacrime.
La tua panda bianca quattro per quattro senza cinture sul sedile posteriore. L’odore degli ami da pesca che proviene dal baule e che mi fa arricciare il naso; lo stesso odore che avevo sentito nel tuo negozio da pesca preferito, dove passavi più tempo che a casa prima che l’encefalite ti impedisse di guidare e poi di pescare.
L’odore della cantina, che senza di te è già cambiato, e tutti gli oggetti che ti sei lasciato dietro e che fanno sospirare nonna con una profondità che non le ho mai sentito.
Da qui in avanti, porto tutto con me, nonno. Anche se mi fa male, porto tutto con me.
Foto di Jose Antonio Alba da Pixabay
Io non so cosa darei per vedere nuovamente i miei nonni, poter parlare con loro, fargli quelle domande che quand’ero bambino non mi sarei sognato di fare. E sentire le loro voci.
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Io sento sempre le loro voci, anche se in modo del tutto diverso. Sono diventate voci interiori, con le quali dialogo ogni volta che ne sento la necessità. Sono diventati personaggi, dei quali scrivo le storie. A volte è doloroso, a volte sono di conforto: sono comunque sempre con me. ♥️
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Ogni ricordo va portato, all’inizio fa male poi diventa d’aiuto.
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Sì, ho impiegato tanto tempo, ma alla fine l’ho capito: meglio portare con noi le persone che abbiamo amato. Anche se il ricordo è doloroso, è comunque meglio del vuoto che ci resta dentro quando scacciamo via i ricordi.
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