Questo Natale, erano tutti con noi. Vivi e morti.
Annoverati tra i vivi, in carne, ossa, respiro e cuore che batte, c’erano mia nonna, mia mamma, mio padre, mio fratello, mio zio, Andrea. E ovviamente io. 😉
Annoverati tra i morti, c’era mio nonno paterno, personificato nella capanna del presepe che lui amava tanto e che esponeva ad ogni Natale.

Alla sua morte, la capanna è passata a mio padre ed è stata al centro di ogni presepe che ho poi progettato e costruito, a volte da sola, a volte insieme a mio fratello.
Da quando sono uscita di casa, prima per andare a vivere da sola poi con Andrea, il presepe ha traslocato con me, seguendomi di casa in casa.
Nell’angolo a destra del presepe, invece, ho messo un gruppo di case dai tetti rossi, con galli e galline in miniatura davanti all’aia.

Mia nonna paterna amava vivere in campagna e amava le sue galline: le nutriva e le curava come animali da compagnia. Loro la seguivano come se il gallo fosse lei. 😉
Sulla mensola del camino dove ho costruito il presepe, invece, ho messo tre noci.
Negli ultimi anni, mio nonno materno si passava il tempo schiacciando la frutta secca per tutta la famiglia. Mia nonna riempiva barattoli e la distribuiva.
Era un modo per tenersi impegnato, per sentirsi utile e per dimostrarci il suo amore. Da quando è morto, ogni mattina schiaccio le noci per la colazione e penso a lui.
Sulla stessa mensola, poco lontano dalle noci per mio nonno, ho messo anche una decorazione che in realtà sarebbe da appendere all’albero: è un babbo natale con il nome del papà di Andrea.
Il papà di Andrea è morto nel 2016 ed è sempre con noi. Lo sento mentre preparo il risotto ai funghi nella cucina che lui stesso ha montato, nel vento che muove i rami degli alberi mentre lavoriamo in giardino, nella luce della luna che filtra dalla finestra nelle notti in cui scrivo invece di dormire.
Poi, siccome sul camino non ci stava più nulla, ho appoggiato un vaso con l’ortensia sul mobile della sala, accanto al tavolo dove abbiamo pranzato.
Le ortensie sono i fiori preferiti della mia bisnonna materna, le curava con grande passione e amore e infatti sono ancora nella casa al lago della mia famiglia, in tutto il loro splendore.
Ora vengono curate da mia nonna, da mia mamma, dalla mia prozia. Sono parte della sua eredità e le custodiamo tra le cose più preziose.
Post Scriptum
Detto questo, gli appartenenti al consesso dei vivi sembrano aver apprezzato il pranzo di Natale da noi.
I miei antipasti sono andati a ruba (anche se uno dei tre, secondo me è venuto un po’ secco), mia mamma si è rammaricata di non aver fotografato la tavola che «era davvero bellissima» e mia nonna ha amato ogni centimetro della nostra casa.
Non dovrei essere io a dirlo, ma è stato un successo. 😉
Sono felice per te, sono soddisfazioni che fanno bella la vita.
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♥️♥️
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Son soddisfazioni 🤩
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Sì, mi sono sentita proprio soddisfatta. ♥️
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Sono davvero felice 😃 per te, cara Alice, che tenera e dolce che sei, un vero tesoro! ♥️♥️
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Non so se ripeterò l’esperienza perché devo dire che è stato anche faticoso e stressante (ma perché sono io che me ne metto troppe!). Però è stato davvero bello averli tutti qui. ♥️♥️
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Comunque fosse andata sarebbe stato un successo.
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Sì, probabilmente sarebbe stato un successo anche con metà degli antipasti bruciati e con la tavola non apparecchiata a festa. 😉
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“gli appartenenti al consesso dei vivi”
🙂
Bello ricordare, nei giorni di gioia, chi non c’è più.
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Cerco di ricordarli ogni giorno, in tante piccole cose. Tenerli sempre vicini mi fa sentire meno la loro mancanza. ♥️
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Beneeee .. postaci una foto della tavola pure 😉
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Non ce l’ho. Nessuno ha pensato a fare una foto. Siamo proprio una strana e straordinaria famiglia. 😁🤩
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