Giovedì pomeriggio stavo lavorando da casa ed ero talmente immersa in quello che stavo facendo che mi sono persa l’inizio.
Quando ho alzato gli occhi dal computer, il giardino davanti a casa era già tutto e completamente immerso nel bianco.
Ho scostato la sedia, aperto la porta finestra e sono uscita: scendeva una neve leggera, mista a ghiaccio, e nell’aria c’era il profumo inconfondibile del freddo e del gelo.
La bambina dentro di me avrebbe voluto infilarsi piumino, pantaloni e stivali da neve e andare a camminare nel bosco; l’adulta ha tenuto a farle presente che era buio pesto e che il lavoro attendeva.
Sono rientrata in casa lasciando fuori il buio, il gelo, il silenzio e mi sono rimessa a lavorare: un occhio al computer, uno al giardino, la mente al prossimo numero della rivista, il cuore a camminare nella neve fresca.
Ho passato la notte con addosso quella che mio nonno chiamava la “sfregola”. Mi sono svegliata di continuo, il telefono faceva le tre, poi le tre e trenta, poi le quattro e quindici… alle sei mi sono arresa e mi sono alzata.
Dalle finestre, il mondo fuori appariva bianco latte, muto e gelato, immerso nel buio di una notte che sembrava non voler finire mai.
Alle otto e quindici sono salita in macchina per andare in ufficio. La stradina nel bosco che ci collega a quella asfaltata era stracarica di neve: la strada, gli alberi, gli arbusti.
Immersa in quel paesaggio da fiaba, ho ricordato un momento preciso: il due dicembre 2020, giorno dopo la mia prima chemio e giorno di neve.
Senza poterlo impedire, mi è uscito un primo singhiozzo e dietro una tale quantità di lacrime che faticavo a vedere la strada.
Non era tristezza, era gratitudine. Mi sentivo grata, grata di essere viva, grata di essere una cazzo di sopravvissuta, grata di vedere di nuovo la mia amata neve.
Ho continuato a guidare tra le lacrime, chiedendomi perché la neve mi faccia sempre questo effetto, rispondendomi che in fondo non importa capire, importa vivere il momento.
E voi?
Neve anche dalle vostre parti? 🙂
No, qui non nevica quasi mai (fortunatamente), la neve mi piace molto però la città si paralizza ed io ho paura a guidare con la neve
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Pensa che io invece sono felice di vivere in collina (anche) perché in inverno, quando altrove piove, qui nevica e quando altrove nevica poco, qui viene la bufera. Per me, la neve non è mai tropa. ❄️🥰
E… Guidare con la neve è bellissimo, purché in strada sia già passato lo spazzaneve. 😉
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Qui a Padova la neve non si è vista.
Bella da vedere, ma un po’ pericolosa se sei alla guida (ed io ho il figlio che è neo-patentato). Per cui bene così.
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Un mio compagno di classe al liceo, quando veniva a nevicare, prendeva la macchina e andava in collina. Adorava guidare con la neve. Ah! L’incoscienza dei 18 anni… 😁
Detto questo, ti capisco. Andrea ieri è dovuto andare in università e mi sono raccomandata tanto che stesse attento in strada. Adoro la neve, certo, ma sono assolutamente consapevole dei rischi che crea. ❄️♥️
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Vada retro neve
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Mandala tutta da me, che le stendo il tappeto rosso. 😁
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In Sardegna tanta neve in montagna e in collina. Ma io abito in pianura e ci sono state gelate epiche.
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Qui in collina neve e temperature strane. Ancora il gelo non si è visto… 🤔
Mi manca la Sardegna. Prima o poi ci tornerò. ♥️
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Neve ai Castelli romani, credo sia stata una reazione di sollievo più che comprensibile.
Io piansi di gioia quando il primario venne a dirmi che ero guarita dalla polmonite atipica primaria, ci teneva a specificarlo ogni volta.
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Sì, gratitudine e sollievo per essere (entrambe) nel favoloso mondo dei sopravvissuti. 🤩
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Indubbiamente sì 🤩
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