Una città senza bambini

Ieri notte ho sognato che cercavo una città senza bambini. Camminavo per le strade, entravo nelle case, visitavo i parchi; sembrava sempre che i bambini non ci fossero.

Le altalene immobili e vuote, le scuole silenziose e abbandonate, i mezzi pubblici e le strade brulicanti di adulti, i giocattoli nelle vetrine dei negozi ricoperti di uno spesso strato di polvere.

Ogni volta pensavo: «Ecco! L’ho trovata! Una città senza bambini!».

Poi, immancabilmente, i bambini uscivano dalle cantine, dai sottoscala, dagli anfratti, dai cortili interni, persino da porte che sembravano muri.

Ogni volta che ne vedevo comparire uno, pensavo: «Devo continuare a cercare. Deve esistere una città senza bambini!».

Verso la fine del sogno, approdo in un paese di montagna. È talmente perfetto che sembra una cartolina: le montagne altissime, un lago così azzurro da ferire gli occhi, i prati di un verde intenso.

Di bambini nemmeno l’ombra.

Ai pedi di una cresta di roccia c’è il mio gruppo di amiche: Lisa, Cherry, Sabri, Vero. Sono attrezzate e pronte a salire fino alla vetta.

Mi invitano a unirmi a loro, ma io rifiuto: non ho voglia di scalare, preferisco restare a bordo lago, ad aspettare che mi raggiunga Andrea.

Mi siedo su un lettino, accanto a me compare una borsa con dentro moltissimi libri: li scorro uno dopo l’altro e su tutte le copertine c’è il mio nome.

Penso: «Sono tutti libri miei! Ma quando li ho scritti?».

Sto per sdraiarmi, mettermi a leggere, quando una testolina bionda sbuca da sotto il lettino. Mi guarda, ride forte e dice: «Tana libera tutti».

E qui mi sveglio e ho due certezze: una è che devo smetterla di mangiare la pizza di sera, perché ogni volta produco sogni assurdi!

La seconda è che Lisa ha un figlio, Sabri ha una figlia, Vero ne ha due, Cherry è incinta adesso. Fanno parte di un club, al quale io non apparterrò mai.

Come mi sento? Diversa.

Foto in apertura di Barbara Bonanno da Pixabay

18 pensieri riguardo “Una città senza bambini

  1. Esprimi e vivi la tua maternità in maniera diversa, ma non per questo meno autentica.
    È normale porsi domande, specialmente quando sei circondata da amiche che hanno figli, succede anche a me.
    Un abbraccio ♥️

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    1. Sì, io e te siamo “mamma” in un modo tutto nostro. La vita prende strane strade, a volte per scelta a volte per forza. L’importante, io credo, è restare se stesse, vivendo giorno per giorno, senza fare confronti con gli altri. Mica facile… ci si prova. ♥️♥️

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    1. Le parole che scrivo, i personaggi che ho creato e che creo, i luoghi che ho immaginato e descritto: questi sono i miei figli. Mi riempiono la testa, i sogni, la vita. Non sono meno reali solo perché sono di carta. 🥰
      E tu? Se posso chiedere: in quale modo tutto tuo sei madre? ♥️

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  2. Non sei affatto diversa.
    O, quantomeno, lo sei nel modo in cui ognuno di noi è diverso dall’altro.

    Il desiderio di maternità, credo che nessun maschietto possa capirlo pienamente.
    Ma contro madre natura si può fare ben poco.

    PS 1 anno e mezzo fa una mia collega è stata chiamata all’improvviso, era da anni in lista d’attesa per una adozione. E’ diventata mamma dalla mattina alla sera, una giornata per lei (ed il marito) incredibili. Il bambino (abbandonato) aveva solo 2-3 giorni di vita.

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    1. Povero cucciolo, abbandonato così piccolo! Per fortuna ha trovato una famiglia che lo ama. ♥️
      E grazie di cuore per le tue belle parole. Il mio istinto materno per ora dorme sonni tranquilli. Non mi manca avere un figlio, ogni tanto mi sento solo isolata rispetto alle altre, come se io fossi dentro un cerchio, loro in un altro e non ci fosse un modo per intersecarli. Non so se sono riuscita a spiegarlo, è complicato anche per me. 🥺

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  3. Il sogno rappresenta bene secondo me quello che stai vivendo…il tuo primo libro sarà “la tua maternita” lo hai scritto , curato e coccolato e ora che si avvicina la sua uscita/ nascita fai questi sogni

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