Iniziai a scrivere il mio primo diario segreto nel 1995. Era un vero e proprio diario con tanto di lucchetto e chiave. Incluso nel diario c’era persino un minuscolo sacchetto di colore verde dentro cui tenere la chiave.
Il fatto che tenessi il sacchetto con la chiave tra la pagine del diario, e che tenessi il diario in bella vista sopra la scrivania, la dice lunga su come sono fatta.
Non ho mai avuto paura che mia madre potesse leggere il diario. E non solo perché non c’erano chissà quali segreti, ma soprattutto perché ho sempre avuto un gran voglia che qualcuno leggesse quello che scrivevo.
Alle elementari ero probabilmente l’unica in tutta la classe ad alzarsi in piedi felice come non mai per poter leggere il tema davanti a tutta la classe.
Un po’ prima donna? Io? Perché pensate questo? 😉 In realtà era solo voglia di condividere l’unica cosa che sapevo fare bene: scrivere e raccontare storie.
Sono sempre stata negata per lo sport, per la matematica, per la storia (mai riuscita a ricordare una data che fosse una) e per lo studio in generale (ho sempre dovuto impegnarmi il triplo degli altri).
Le uniche cose che non mi sono mai mancate sono: la testardaggine, la determinazione (che forse sono la stessa cosa) e la voglia di scrivere.
Quante storie ho inventato per mio fratello, soprattutto nei lunghi viaggi in macchina in cui distrarlo era pura sopravvivenza!
Quante pagine ho riempito tra il diario di scuola, quello segreto e quello che ci scambiavamo con le mie amiche durante le ore di scuola. Avevo persino un diario itinerante, che viaggiava tra Bologna e Verona.
E poi le lettere che scrivevo ai vari pen-friends (ne avevo uno persino in Australia! Gli mandai una mia foto e non mi scrisse più. Non devo avergli fatto una grande impressione!).