Il momento della poesia

Quando ho iniziato a lavorare, ormai oltre dieci anni fa, in redazione eravamo cinque redattori fissi più due collaboratori occasionali, che venivano due o tre giorni a settimana.

Nei giorni in cui c’eravamo tutti – di solito il martedì – tra telefoni, tastiere del PC, musica di sottofondo e Davide che non smetteva un secondo di parlare, c’era esattamente il caos che vi state immaginando, se non di più.

Eppure, quando la nostra collega Ruth diceva: «Silenzio, è il momento della poesia», calava il silenzio più assoluto; persino i telefoni smettevano di suonare.

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