Sono arrivata a un punto del mio romanzo autobiografico in cui devo ricordare alcuni momenti della vita che, invece, vorrei lasciare ben chiusi dentro un cassetto.
Momenti che avrebbero dovuto essere bellissimi, e felici, e sereni, e invece per me sono stati un incubo e non torneranno mai più e me li sono persi per sempre. Mannaggia a me.
Sono arrivata in quel punto lì e mi sono bloccata. Anzi, mi sono rifugiata. Ho interrotto la scrittura e ho iniziato a guardare una serie TV abbastanza stupida, su RaiPlay, una puntata dietro l’altra, fingendo che il mio romanzo non sia lì ad aspettarmi.
Mi sono concessa cinque giorni senza scrittura, in pratica quasi del tutto immersa in quella stupida serie TV, ma da domani basta, è ora di riprendere da dove mi sono fermata.
Non lo faccio per me stessa. O meglio, certo che lo faccio per me stessa, ma lo faccio anche per chiunque altro si stia trovando nella situazione in cui mi sono trovata io e non sappia come uscirne.
Lo faccio per chiunque si sia sentito dire, anche solo una volta nella vita: «Cosa vuoi che sia? È solo un po’ di ansia».
Da domani, combatto il blocco e vado avanti.