Prima o poi mi internano

Quando vado a camminare e mi viene un’idea, estraggo il telefono e parlo. Ogni volta mi guardo da fuori e penso: «La devo smettere! Prima o poi mi internano».

Ad ogni modo, ho iniziato a parlare quando ho scoperto la funzione “parla ora” di gmail. Per chi non la conoscesse, funziona in questo modo:

  1. apri la app di gmail
  2. clicca su “nuovo messaggio”
  3. clicca nel corpo della email, come se volessi scrivere a qualcuno
  4. a questo punto, comprare il tastierino del cellulare che comprende anche il simbolo del microfono (è lo stesso che, su whatsapp, permette di registrare i messaggi vocali)
  5. clicca sul simbolo del microfono, gmail si mette in ascolto e scrive sotto dettatura (non dovete mantenere il dito sul simbolo del microfono, basta cliccare una volta e gmail si mette in ascolto).

Personalmente la trovo una funzione utilissima, oserei direi rivoluzionaria.

Perché?

Ormai lo sapete, mentre cammino vengo invasa da mille idee.

Camminando, ho scritto tantissimi post per il blog, articoli per il lavoro, pezzi interi del mio primo romanzo. A volte sono solo idee, a volte interi brani, a volte scintille che risolvono un problema che mi arrovellava da giorni.

Prima di scoprire la funzione “parla ora”, dovevo fermarmi e scrivere. Questo significava che passavo più tempo ferma a scrivere che a camminare, perdendo il ritmo e spesso raffreddandomi.

Adesso cammino e parlo, parlo e cammino e non perdo più nessuna idea, nessuna “illuminazione”.

Poi, certo, il testo va sistemato. Gmail fraintende, interpreta in modo sbagliato e ignora del tutto la punteggiatura. Senza contare che parlato e scritto sono due mondi del tutto diversi.

Tanto per farvi un esempio. Questo post l’ho iniziato camminando, quindi eccovi un pezzetto prima del mio lavoro di rielaborazione:

«in pratica tu parli e Google scrive E ovviamente Poi varie elaborato perché vabbè vengono fatte delle robe assurde tante parole non le capisce tante cose le salta eh E poi mmm la scrittura del parlato non è una scrittura che si legge volentieri ecco»

Ok. Direi che può bastare per rendere l’idea: la scrittrice che è in me si sta rivoltando dall’orrore! 😉

L’unico problema di questo metodo è che, vista da fuori, sono una che cammina e parla con il suo telefono. Mi rassicuro dicendomi che non sono l’unica: c’è un sacco di gente che manda vocali chilometrici.

Come dite?

Se mandate un vocale state parlando con qualcuno, mentre io parlo da sola? Mmmmm. Non è del tutto vero.

Se camminando detto un post, idealmente sto parlando con voi. Se scrivo un brano per il mio libro, sto parlando con i futuri e potenziali lettori.

Gli scrittori in fondo fanno questo: parlano con qualcuno. Hanno sempre davanti agli occhi il “lettore” con il quale stanno dialogando, anche se lo vedono solo loro…

Ok, lo so, suona come una roba da pazzi invasati, ma è così… 😉

E voi?

Conoscevate la funzione “parla ora”? La usate? Usate altri strumenti per tenere segnate le idee che vi vengono “strada facendo”?

Foto in apertura di Beate da Pixabay

24 pensieri riguardo “Prima o poi mi internano

  1. Io sinceramente quando scrivo non ho mai visto nessuno davanti a me, non vedo nè il lettore nè altri. Sono talmente presa dall’ispirazione che non ho neanche il tempo di pensare a chi possa leggere. Non conoscevo questa funzione di Gmail ma di solito annoto tutto nel Note del cell e scrivo. Non so se mi troverei a parlare, non mi viene nemmeno per far messaggi vocali. Però certo quando cammini è difficile scrivere e quindi nel tuo caso è molto utile.

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    1. Io mando raramente messaggi vocali perché non mi piace per niente la mia voce registrata. Se mi riascolto, non sembro io! 😉
      Sullo scrivere. Parlo ovviamente della mia esperienza. Io scrivo SEMPRE pensando a qualcuno. Mi blocco se non ho un “pubblico”, anche se immaginato e immaginario.
      Sai, mi viene la pelle d’oca anche solo a pensare alla sensazione miracolosa che si prova quando si scrive rapiti dall’ispirazione. Troppo troppo bello. ♥️
      Infine, sì, nel mio caso è utilissimo. Io scrivo sempre camminando. Senza la funzione “parla ora”, sai quanti alberi avrei centrato? 😉

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      1. Io quando scrivo sono in trance, come quando dipingo, io non so cosa ho scritto e non seguo nessuna regola. È come uno “stream of consciusness” il mio ma non è al pari di Joyce ovviamente. È solo il mio modo di scrivere. Alcune volte vengon fuori cose con un senso logico e altre volte vengon fuori cose molto inconsce. La cosa importante è che tutto venga fuori e tu hai il tuo modo e io il mio e questo è molto interessante. 😉😌

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      2. La mia prof. di inglese delle superiori mi ucciderebbe se mi sentisse, ma io ho odiato con tutta me stessa James Joyce. Non ci posso fare niente, per me la scrittura deve avere pause e senso, altrimenti è vuoto esercizio di stile. Oh. Ora che l’ho detto mi sento meglio. 😉
        Premesso questo, è vero ognuna di noi ha il proprio modo di scrivere, ma ci accomuna il desiderio di esternare ciò che abbiamo dentro. Scrivendo, vengono sempre fuori pensieri, sentimenti, idee e spesso ne ignoravo persino l’esistenza. In questo, scrivere è davvero un gesto liberatorio!
        PS: prima o poi voglio cimentarmi anch’io nella pittura. Senza voler creare opere d’arte, solo come gesto creativo. Non so perché, ma negli ultimi tempi sento crescere questa esigenza…

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  2. Io parlo sempre da sola, ma con me stessa. La funzione “parla ora” non la conoscevo. Invece ho trovato molto utile la funzione di word “leggi a voce alta”. Ovviamente è una voce metallica e impersonale, ma per rileggere il mio romanzo è stata una vera svolta.

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    1. “Leggi a voce alta” non la conoscevo! La sperimento sicuramente. Grazie mille. 🙂
      PS: parlo spesso con me stessa. Mi aiuta a ragionare e a sbrogliare problemi… e mi tengo compagnia se sono sola. 😉

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  3. La funzione la conosco ma non l’ho mai usata.
    La usa spesso il mio collega Alex, mediante la quale detta messaggi da inviare via WhatsApp o anche via mail.
    Però la devi sempre correggere, anche perché nel nostro campo informatico, le parole sono spesso gergali, o sigle che individuano apparati. Per cui Google non è che “capisca” molto bene.

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    1. Leggendo questo tuo commento, c’ho fatto caso ed effettivamente compare ovunque ci sia la possibilità di scrivere! Non l’avevo proprio notato, grazie! Io l’ho scoperto su Gmail perché salvo i messaggi come bozze, li modifico all’infinito e, nel caso, posso anche inviare alla email del lavoro. Lo trovo, sì, molto utile. 😉

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  4. Anche io quando cammino trovo ispirazione, ti abbraccio ♥️♥️♥️
    Il guaio è quando ripenso a qualcosa, mi viene da ridere e sono da sola, se proprio ci devono internare, che almeno ci diano la stessa cella!!!! ♥️♥️♥️♥️

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    1. Ah sì, anch’io se rido da sola, senza motivo apparente, mi sento strana e spesso mi blocco. Lo trovo assurdo. Nella nostra mente passano pensieri di ogni genere, perché dovremmo bloccare riso o lacrime solo perché non c’è qualcuno con noi che possa giustificarle??? Mah. Quanti condizionamenti sociali che abbiamo. 🙄
      PS: se non è possibile, almeno celle comunicanti. 🤣😂

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  5. La funzione “parla ora” non la conoscevo nemmeno io; anche perché, ad essere sincero non utilizzo l’applicazione di Gmail. Uso però una funzione molto simile quando devo inviare messaggi tramite whatsapp.
    Se internano te, credo che debbano internare anche i tre quarti della popolazione: quando la mattina prendo il bus per andare al lavoro sono tutti lì che mandano messaggi vocali con il cellulare. E non solo studenti ma anche persone anziane. Non mi preoccuperei più di tanto!!!
    Quando nel tuo post parli di pubblico mi hai fatto tornare alla mente un post scritto ormai diversi anni fa. In questo articolo sottolineavo il fatto che gli articoli che mi sono divertito di più a scrivere sono stati quelli che avevano un interlocutore.

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    1. Sì, è vero: i vocali spopolano. Visti da fuori, sembrano tutti impegnati in lunghe e complesse dissertazioni con il proprio cellulare. Sembra che parlino con una macchina e mi fa un po’ impressione.
      Detto questo, da quando ho iniziato a scrivere avendo chiaro il mio “pubblico”, che sia una persona specifica o un gruppo di persone o un’idea astratta di lettore, mi sembra di scrivere meglio e di avere sempre qualcosa da dire. Chissà se, chi mi legge, ha sentito la differenza…
      Ora vado a leggere il tuo post, quindi ci risentiamo a “casa” tua. 😉

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  6. L’ho usata qualche volta per scrivere messaggi mentre camminavo, ma poi mi scocciavo a correggere le parole capite male e aggiungere le punteggiature, così lo uso proprio di rado. Però mi rendo conto che è una funzione molto utile!
    Se vogliamo parlare di gente matta, io in certe situazioni faccio finta di parlare al telefono con qualcuno 🤦. Magari capita se sto attraversando una strada deserta di sera, o se non voglio fermarmi a parlare con qualcuno che incontro per strada. Insomma, di stranezze ne colleziono!

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    1. Anch’io ho finto di parlare al telefono perché ero sola, di sera, in zone magari non pericolose, ma una donna da sola non sta mai tranquilla. Purtroppo. 🙄
      Comunque, io scrivo tanto camminando, ma sono soprattutto idee, appunti, brani sparsi, che comunque poi dovrei rielaborare, approfondire, correggere, quindi la trovo un’ottima base di partenza. 😉

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      1. Mi è successo troppe volte, in passato, di avere un’idea e di non segnarmela. Poi il tempo passa, si fanno tante cose, l’idea svanisce e resta quella sensazione sgradevole di essersi persi qualcosa, di averla lasciata andare via… Oddio, sta diventando una seduta di psico-terapia. 🤣

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