scrittori si nasce, ma Scrittori si diventa

«Se scrivo sono “scrittore”, ma non “Scrittore”. Se canto, sono “cantante”, ma non “Cantante”. Ci vuole molto di più per essere un Artista, della penna, o del microfono. Il talento, innanzitutto. La sensibilità, la capacità di trasmettere qualcosa, e l’umiltà di volersi sempre migliorare».

Questo commento che Kikkakonekka ha lasciato al mio post Scrivere ti rende uno scrittore. Pubblicare è commercio ha continuato a ronzarmi in testa per un bel po’ di tempo e continua tutt’ora!

Da una parte devo ammettere che ha ragione. Uno può passare la sua intera vita a scrivere, però: «L’arte è come la autorevolezza. Esiste solo se viene riconosciuta dagli altri». (Sempre Kikkakonekka, questa volta nel commento al mio post Tutti gli scrittori sognano di essere famosi).

Il problema però adesso è…

Chi o cosa determina se uno scrittore abbia raggiunto un grado di autorevolezza sufficiente da essere definito (dagli altri, ma quali altri? Critica? Lettori?) uno Scrittore?

Il numero di copie vendute? Il numero di libri pubblicati? Le recensioni da parte della critica letteraria? Essere incluso in manuali ed enciclopedie, e studiato da intere generazioni? Un mix di tutto questo?

Se così fosse, però, sarebbero criteri lontani dai concetti di talento, sensibilità, capacità di trasmettere qualcosa, umiltà di volersi sempre migliorare, che l’amico Kikkakonekka ha richiamato nel primo commento.

Viviamo (purtroppo?) in un mondo dove i libri possono diventare virali (quanto odio questa parola!) grazie al marketing online.

E se un autore vende MOLTO ha poi la strada spianata per continuare a pubblicare ed essere sempre più letto e sempre più conosciuto, ma si guadagna anche quell’autorevolezza che lo trasformerà in uno Scrittore?

Non saprei proprio dirlo.

So solo che, mentre mi ponevo questo genere di domande, mi sono imbattuta in un libro – Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza! – che ha venduto così tante copie da finire addirittura su Wikipedia!

Però, sì, c’è un però. Nella pagina dedicata al libro, c’è questo avviso:

«La rilevanza enciclopedica di questa voce o sezione sull’argomento opere letterarie è stata messa in dubbio. Motivo: Non sono rispettati i criteri di enciclopedicità, né per quanto riguarda il libro né per quanto riguarda l’autrice. Aver venduto questo numero di copie non si configura come “caso letterario”».

Interessante… quindi, per dirla come Totò: scrittori si nasce, ma Scrittori si diventa, però chi o cosa determina il nostro diventare Scrittori?

Post Scriptum

E no, non penso smetterò mai di interrogarmi su questo argomento. 😉 E grazie di cuore a Kikkakonekka per avermi ispirata con i suoi commenti. ♥

Foto in apertura di osue da Pixabay

34 pensieri riguardo “scrittori si nasce, ma Scrittori si diventa

  1. Bellissime riflessioni ma, come spieghi tu molto efficacemente, ritorniamo al punto di partenza. Se mi permetti un paragone sportivo, il quesito quando un atleta diventa campione, si risolve con una quantificazione, nel caso dell’atletica con la relazione con un tempo, una misura o un titolo vinto. Ma le quantificazioni (copie vendute) non sono accettate in letteratura, si fa distinzione tra letteratura commerciale e “vera letteratura”. Ci sono arrivate pochissime opere dell’antichità, e con il passare del tempo la crescita è stata esponenziale. Ora rimane la consapevolezza dell’impossibilità per chiunque di districarsi nell’oceano di pubblicazioni che vengono proposte nel mondo intero. A parer mio non ci sono risposte soddisfacenti, non ci sono criteri capaci di mettere ordine all’indeterminatezza, non ci sono critici così autorevoli per imporre un giudizio condiviso. Alla fine sarà il caso a stabilire che fra cento anni sarà ricordato e letto da chi verrà dimenticato.

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    1. Sì, è vero: lo sportivo è valutabile tramite criteri oggettivi, l’artista no. E sì, forse sarà il caso e il tempo a decretare chi sarà immortalato e ricordato per i prossimi anni a venire.
      E mi fai pensare: forse la chiave sta proprio nell’autorevolezza di chi giudica. Più è autorevole e più lo sarà anche il suo parere e di conseguenza l’opera (e il suo autore). 🤔

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  2. Quesito interessante il tuo a cui non credo di saper dare una risposta. Tra l’altro, immagino lo sai, ma Totò dice Signori si nasce, non scrittori, tuttavia penso tu l’abbia fatto di proposito. 😉
    Ma torniamo all’argomento del post…
    Che dire?
    Sono nell’ambiente da cinque anni e posso dire di aver visto nascere tanti fenomeni esattamente come ho visto eclissare tanti talenti, e sai cosa ha determinato l’Olimpo per alcuni e gli Inferi per altri?
    La mancanza di talento?
    Noooooo.
    I soldi.
    Proprio così amica mia, devi sapere che i soldi aprono tutte le porte. Tralasciando i fenomeni del web che diventano scrittori perché fanno parlare un cane, o perché “parlo corsivo”, ecc ecc… gli altri, quelli che nascono da un desiderio simile al mio e al tuo e che poi ce la fanno in senso di grandi vendite, solitamente, hanno alle spalle sponsorizzazioni a costi elevati.
    Purtroppo viviamo in un’epoca dove il talento si compra come il pane al supermercato.
    Hai soldi?
    Bene, individui dei blogger con un ampio bacino d’utenza, inizi a regalare copie cartacee come se fossero noccioline, magari abbinando gadget su gadget e i lettori ti cadranno ai piedi, lo so, l’ho visto con i miei stessi occhi.
    E tu dirai: scusa e il talento?
    Bella domanda… me lo sto chiedendo ancora anch’io.
    Poi per carità, non sono tutti uguali e magari qualcuno ce la fa anche senza comprare mezzo web, ma devo ancora conoscerlo. <.<
    Se ami scrivere, se ti aiuta, se ti piace raccontare storia, ok, ma se pensi di puntare al nobel per la letteratura, inizia ad aprire il portafogli, perché con le tue sole forze non potrai mai farcela, te lo dice una che si sta provando da cinque anni. 😉 ♥

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    1. Eh, temo anch’io che sia così. I soldi purtroppo muovono il mondo e considerato il numero elevatissimo di libri che vengono pubblicati ogni anno, chi ha soldi da investire nella promozione schizza davanti a tutti gli altri. Mi mette una grande tristezza e allo stesso tempo penso che ogni lettore che sono riuscita ad ottenere è arrivato spontaneamente. Non ho “comprato” nessuno e ne vado fiera. 🤗
      PS: ho ovviamente parafrasato Totò. Spero nessuno se ne abbia a male. 😁

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      1. È bello sapere di essere scelta, vero? 💞 Non sarò mai una “best seller” e va benissimo così. Solo, ecco, ogni tanto vorrei che fosse un po’ più facile. Ogni singolo risultato è frutto di tantissimo e durissimo lavoro… E a volte mi sento un po’ stanchina. 😅

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      2. È un’altalena di emozioni. Un giorno è tutto meraviglioso e il giorno dopo ti chiedi: “Chi me lo fa fare?!”. 🙄
        Comunque, se hai voglia di un confronto, scrivimi via email. Mi fa sempre piacere. 💗

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  3. Ah, piccolo PS: prima che qualcuno pensi male, non sto insinuando che chi vince simili manifestazioni come il Nobel per la letteratura l’abbia pagato, era solo una metafora.
    (Ho riscritto questa risposta perché non so se è stata accettata sul blog, spero che ora si veda)

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    1. Ho l’abitudine di approvare i post manualmente. Mi piace avere il controllo di ogni aspetto del blog. Malata io? Noooo! Cosa vai a pensare. 😂🤣
      PS: compresa appieno la tua metafora del premio Nobel. Certo dietro a premi di quel calibro gli interessi economici ci sono, eccome se ci sono…

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      1. Guarda, per me fai benissimo ad tenere tutto sotto controllo attraverso l’approvazione dei post, perché il “folle” è sempre dietro l’angolo. 😉

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      2. Sì, preferisco sapere che posso non pubblicare un commento se non lo ritengo adeguato. Fin’ora non mi è mai successo (spam a parte, però ultimamente i filtri funzionano molto meglio rispetto al passato), però non si sa mai. 😉

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  4. Mah, io tutta questa distinzione tra maiuscole e minuscole non la farei… anche perché non saprei su che base farla. Se si guarda alle vendite, dovremmo dare la patente di scrittore con la esse maiuscola a certi fenomeni editoriali privi di valore, se invece guardiamo alla qualità… chi è che stabilisce quale sia la qualità per essere considerato un vero scrittore o scrittrice? Potrei dire, come dicevo ai miei alunni, che è il tempo a scremare e a far capire chi ha davvero valore e chi è destinato a passare. Piuttosto, interessanti le riflessioni di shio 76: in effetti penso che su parecchie cose abbia ragione da vendere!

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    1. “È il tempo a scremare e a far capire chi ha davvero valore e chi è destinato a passare”. Questa me la segno. ❤️
      Ogni volta che pubblico un post su questo argomento, vengono fuori nuovi spunti di riflessione e nuove idee. Adoro la nostra Famiglia WordPress. 🥰
      Detto questo, sì, nelle parole di Shio c’è un fondo di verità perché i soldi muovono il mondo, compreso quello editoriale. 😓

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  5. la scrittura è la stata la mia prima passione, ero partito in quarta a 23 anni pensando di fare lo scrittore a vita, dopo le prime delusioni ho lasciato perdere per sempre, in seguito sono nate in me mille passioni diverse, sono tutte rimaste hobby. Ora come ora l’unica soddisfazione che ho è il mio blog e il mio profilo Instagram…

    Purtroppo in pochissimi riescono a diventare famosi, la maggior parte vive di sogni tutta la vita, io ho sempre fatto parte di questa categoria..

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    1. Io penso che la creatività si possa esprimere in molti modi: tu hai messo insieme parole e fotografia, non è da tutti. 🥰 Hai un blog che ti rispecchia e che mostra al mondo le tue passioni e che è di ispirazione per gli altri. Sii fiero di questo. 💖

      Ma… essere famosi, quindi avere un grande pubblico di lettori, significa essere uno Scrittore? 🤔😉

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      1. le due cose sono collegate solo dal fatto che in questa maniera uno può vivere di quello che ama, diversamente farà un lavoro che gli permette di vivere per coltivare una passione che rimane fine a se stessa. Io sono contento di quello che creo e del pubblico che mi legge, questo sì, come detto sono le uniche soddisfazioni, il mio rammarico è di non aver fatto una vita diversa, scelte sbagliate in adolescenza di cui poi mi sono pentito tutta la vita.

        Grazie di cuore per i bellissimi complimenti riguardo il mio blog, un caro abbraccio, buonanotte e buon martedì…👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍😉😊🤗🤗

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    2. PS: ho conosciuto degli scrittori che fanno questo di professione. Uno è in pratica costretto a scrivere un libro all’anno (minimo), un altro scrive per la TV (serie TV poliziesche soprattutto, che almeno una volta erano pagate bene), un altro scrive a cottimo (la casa editrice sceglie il tema e lo paga. Non ha voce in capitolo). Un altro ancora guadagna perché tiene corsi e conferenze in tutto il mondo (scrive libri su un tema specifico, tradotti in varie lingue). Insomma, il mestiere di scrittore non è quello che si dice tutto rose e fiori. Secondo me, è meglio restare un po’ in ombra. C’è più libertà. 😉

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      1. Di sicuro ci sono dei vincoli, e certe volte le scelte editoriali condizionano la scrittura, ad ogni modo io all’epoca avrei accettato anche dei compromessi. Comunque alla fine la soddisfazione di creare qualcosa, anche un blog, e leggere i commenti giorno dopo giorno, è già una gioia in se 👍👍👍👍👍👍👍

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  6. Accipicchia, sono diventato “muso” ispiratore!

    A parte tutto, è un pensiero che spesso mi frulla per la testa: quando diventiamo qualcuno con la “Q” maiuscola?

    Non credo esista una regola, un giorno uno si sveglia e capisce di avercela fatta.
    Pensa a chi detiene record mondiali di qualcosa, ma quasi nessuno lo sa. Sport minori, per esempio. Non si piò dire che “non ce l’abbia fatta”, ma comunque la sua straordinaria performance non la conosce quasi nessuno.

    Shio ha molte ragioni, ma non tutte. Esistono infiniti casi di chi fa gavetta (sport, musica, libri, cinema) e poi sfonda grazie alla caparbietà ed alla bravura, non grazie ai soldi.

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    1. Due considerazioni:
      1) sui soldi che agevolano il successo, purtroppo è vero. Oliano gli ingranaggi e fanno scorrere tutto in maniera più semplice e veloce. Ed è qui il problema: oggi un libro deve vendere tanto e subito. Se non ha successo entro tot settimane, viene messo da parte, superato dalle nuove uscite. Nessuno si prende più il tempo per far conoscere un libro e un autore. In questo contesto, i soldi possono fare la differenza.

      2) Più parliamo dell’argomento e più mi rendo conto che la fama (quella vera, che resiste per generazioni e generazioni) riguarda chi verrà e non chi c’è. Se un autore restite allo scorrere del tempo, diventa immortale, diventa Scrittore. Peccato che, con ogni probabilità, lo Scrittore in questione sarà già morto da un pezzo. 😉

      In definitiva? Mi tengo il mio essere scrittore e autore, tutto minuscolo. Mi tengo i miei numeri bassi di vendita, ma conquistati con tenacia e passione. Mi sento di appartenere al “mondo delle persone pubblicate” e lo ADORO! 🙂

      PS: grazie ancora dell’ispirazione. ♥

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