Che il signore benedica Harry Potter

In questo periodo sto rileggendo, per la terza volta in poco meno di quindici anni, tutti e sette i libri di Harry Potter. Andrea mi considera pazza, ma vi assicuro che ho un’ottima motivazione.

Mi si conceda un breve excursus, giusto per farvi capire.

La seconda volta che ho riletto l’intera saga di Harry Potter è stato circa sette anni fa, quando ho scoperto che mio padre era malato di tumore.

Mi sono aggirata inquieta per alcuni giorni, cercando di non pensare a tutte le microcose che potevano andare storte durante e dopo l’intervento.

Cercando di evitare di pensare alle cure che avrebbe dovuto affrontare, al dolore che avremmo provato se…, a mio fratello che era così giovane, a mia madre che senza mio padre nemmeno riusciva ad addormentarsi la sera, a…

Insomma, avevo bisogno di un rifugio sicuro dove barricarmi in attesa che il peggio passasse, un luogo che mi permettesse di spegnere tutti i pensieri che mi frullavano in testa, qualcosa che fungesse da interruttore on/off.

Così sono andata in camera di mio fratello e ho afferrato il volume uno di Harry Potter ed è stato esattamente come la prima volta che l’avevo letto (o meglio divorato); all’improvviso c’era solo Privet Drive, c’era il dolore, il senso di esclusione, la paura di Harry, mentre le mie emozioni erano congelate.

Potrà sembrare folle, ma i libri mi hanno salvata in più di un’occasione.

Mi ha salvato Novecento di Alessandro Baricco, tutte le volte in cui mi sono ritrovata sulla scaletta, senza riuscire a scendere, bloccata dalla paura di affrontare la vita, i cambiamenti, l’amore; e per mia fortuna non ero sola perché, insieme a me, c’era lui.

Mi ha salvato È una vita che ti aspetto di Fabio Volo, perché tra le sue pagine ho trovato la ricetta per imparare, finalmente, ad amare.

Mi ha salvato Molto forte incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer, dove ho scoperto, con mio immenso sollievo, che vale sempre la pena di amare, anche se non esiste il modo di superare la perdita“.

Sono libri che ho letto e riletto e riletto un’infinità di volte, cercando risposte a domande sempre diverse, provando sollievo e dolore, a volte fastidio, tutto insieme, come se fossero una terapia a cui non so sottrarmi.

E ora, ora che ho sentito l’esigenza di chiudermi di nuovo nel mondo di Harry Potter, non ho potuto fare a meno di chiedermi perché, perché proprio ora.

E non posso fingere che non c’entri, se non del tutto almeno in massima parte: l’ansia, la fatica e i dubbi che sto vivendo sul lavoro.

Mi sta capitando troppo spesso di non riuscire a spegnere la testa, di continuare a pensare alla foto da spostare, alla didascalia da sistemare, a quell’inizio di articolo che proprio non mi convince.

Non sono le cose da fare a preoccuparmi, è il modo in cui le vivo. Il problema è che, negli ultimi tempi, sto vivendo il lavoro con un senso di rabbia, di impotenza e di non-rassegnazione che cozzano tra loro come biglie nello stomaco.

Da un lato c’è la voglia di fare, di cambiare, di sperimentare. Dall’altra c’è un senso di frustrazione perché non ci riesco, o meglio, perché non posso.

Dall’altro ancora c’è la rabbia perché alla fine di tutto vengo pure fraintesa e mi assale un senso di impotenza perché lotto e strepito e scalcio e alla fine resta tutto esattamente uguale a prima.

Alla fine mi sono ritrovata davanti a un bivio: o mi lasciavo sopraffare da tutto questo, o trovavo il modo di congelare tutto in attesa di tempi migliori.

Giusto o sbagliato che sia, per ora sembra funzionare molto bene, per cui… che Dio benedica Harry Potter! O meglio J. K. Rowlings che se l’è inventato!

PS: e se i sette libri di Harry Potter non dovessero bastare, beh, non ho mai letto Il Signore degli Anelli

2 pensieri riguardo “Che il signore benedica Harry Potter

  1. Pensa che la stessa cosa faccio io solo che io rileggo Erri De Luca ,oggi una volta quando non l'avevo ancora scoperto rileggevo laBlixen e la sua Africa .UN bacio 🙂

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  2. credo che dopo avere scalciato, sbraitato, urlato, tutto non possa rimanere come prima: come minimo sarai molto più che mediamente stanca di prima, anche se le cose che volevi cambiare non sono cambiate come volevi tu…

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