Ora scrivo anche mentre fotografo. Sto messa bene!

Pur di fare questa foto, scattata in uno dei molteplici paesini medioevali che io e Andrea abbiamo visitato in Umbria quest’estate, mi sono praticamente sdraiata per terra.

In particolare, ero inginocchiata a terra, sui lastroni di pietra della strada, e mi sono inclinata all’indietro più che ho potuto per riuscire a prendere ogni singolo arco, dal più basso al più alto.

Al momento dello scatto ero in una posizione talmente precaria che mi sono meravigliata che non sia venuta completamente mossa; una di quelle foto che, in pratica, ti vengono per pura fortuna.

Io non so giudicare se il risultato finale sia “bello” dal punto di vista “artistico”, però ho ottenuto quello che volevo: avere un ricordo della luce che filtrava attraverso quella suggestiva prospettiva di archi.

È per questo che fotografiamo, no? Per fare in modo che certi attimi non vadano perduti, per ricordarci non solo quei momenti, ma anche il modo in cui ci siamo sentiti in quei momenti.

E forse anche per mostrare agli altri, e quindi condividere con loro, i luoghi in cui siamo stati e che, in un qualche modo, hanno permesso che diventassimo ciò che siamo qui e ora.

Ad ogni modo, questa foto ha fatto molto di più. Mi ha fatto comprendere (e, insieme a questa, molte altre immagini che ho scattato durante le mie vacanze) quanto io sia cambiata da quando ho iniziato a scrivere questo blog.

Piano piano, con un processo di cui mi sono resa conto solo alla fine, ho infatti smesso di prendere appunti sul mio quaderno. Ora, quando mi viene un’idea per il blog, invece di scriverla, scatto una foto.

Il risultato è che sono tornata dalle ferie con moltissime idee sotto forma di immagini.

Non so se tutte le idee diventeranno post sul mio blog, esattamente come quando prendevo appunti e non tutte le idee diventavano post o racconti o poesie o…

Tante idee sono rimaste lì, sul mio quadernino, senza diventare altro che piccoli segni sulla carta, spesso comprensibili solo a me.

Questo cambiamento mi ha fatto capire quanto questo blog sia importante per me, quanto esso riesca a mantenere sempre viva e attiva quella parte di me che io definisco “creativa”, quella parte che scrive mentre cammina, mentre parla, mentre sogna… mentre scatta fotografie.

P.S. Un giorno, a furia di scrivere invece di guardare dove vado, finirà che verrò presa sotto da un autobus! 😉

E voi?? 

Quanto è importante, per voi, il vostro blog? In che modo vi ha cambiato? E gli appunti? Li prendete mentalmente? Sulla carta? Sul telefono?

4 pensieri riguardo “Ora scrivo anche mentre fotografo. Sto messa bene!

  1. “Fotografia” è scrivere con la luce e penso che le affinità con la scrittura di tastiera siano tantissime.
    Si scrive e si fotografa per gli altri (per comunicare), ma anche per se stessi.
    Si scrive e si fotografa per ricordare.
    Talvolta, anche per dimenticare.
    Non di rado è quasi un esercizio di psicoterapia. Per esempio, abbiamo tutti i nostri demoni… e non c'è modo migliore, per guardarli in faccia, di metterli su carta (reale o virtuale o fotosensibile che sia).
    Scrivere, per me, è importante come respirare.
    Come disse Stephen King: “La vita non è un sistema di supporto per l'arte. E' il contrario”.

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  2. Nicola, sai che è impressionante? Ti ho conosciuto meglio tramite questo blog che nella vita reale! Comunque, la penso come te, anche se non capisco: in che modo si può fotografare per dimenticare?

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  3. > Ti ho conosciuto meglio tramite questo blog che nella vita reale!

    E' vero!, ma vale anche per me! 😀

    > in che modo si può fotografare per dimenticare?

    E' un po' il discorso del mettere sulla carta sensibile le cose che si vogliono buttare fuori.
    Come John Coffey quando “sputa” il male ne “Il miglio verde” (citando di nuovo Stephen King!).
    Faccio un esempio:
    http://www.moma.org/collection/browse_results.php?object_id=101659

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