Il club dei nati per perdere

La palestra che frequento da ormai due anni potrebbe tranquillamente ospitare la fiera dei tatuaggi: non esagero se dico che la quasi totalità di chi la frequenta ha almeno un tatuaggio sul corpo.

Sabato scorso ho rivisto un ragazzo che non incrociavo da tempo, forse proprio perché era tanto che non andavo in palestra di sabato mattina (c’è sempre troppa gente per i miei gusti).

Ad ogni modo, il ragazzo in questione ha un tatuaggio interessante sulla spalla destra: il simbolo delle picche con scritto sopra “BORN TO LOSE”. Quindi: nato per perdere.

Citando Pina Fantozzi, avrei voluto dirgli: «Caro amico, ti stimo tantissimo».

Diciamocelo, ci vuole coraggio per dichiararsi fieri di essere dei perdenti. Ci vuole coraggio per sfidare una società votata al successo, alla vittoria, ai buoni voti, ai risultati positivi e dichiararsi apertamente dei “nati per perdere“.

Ne ho parlato anche in altri post come Detesto fare errori, ma anche in Super orgogliosa dei miei fallimenti: io sono consapevole che tanti risultati non esisterebbero senza aver collezionato prima una lunga serie di schiaccianti sconfitte.

Eppure fatico ad accettare la sconfitta e la perdita (in molti suoi sensi); soprattutto detesto sentirmi giudicata sulla base dei risultati ottenuti e non ottenuti.

Quindi, caro amico tatuato, vorrei tanto entrare nel club dei “Nati per perdere”. Dove devo firmare?

Foto in apertura da Pixabay

12 pensieri riguardo “Il club dei nati per perdere

  1. Andrò a leggere i tuoi post, mi hai incuriosita. Alla fine, diciamocelo, non credo che a nessuno piaccia sbagliare, anche se è inevitabile e gli errori sono già di per sé una grande palestra. Avere quel tatuaggio non credo aiuti molto l’autostima, ma il tuo messaggio, cara Alice, è arrivato, come sempre, forte e chiaro! 🎯

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    1. Io detesto sbagliare. Figurarsi! Sono molto – troppo – intransigente con me stessa. Più che con gli altri. E poi che, lavorando e vivendo, nel tempo sono migliorata e ora riesco a perdonarmi un po’ di più… ma sono ben lontana dall’accettare di non essere perfetta. 🙂

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      1. Ero anche io così, ma si vive male. Ti capisco perfettamente.
        Forse non ho superato del tutto la cosa anche io, ma ho lavorato parecchio su questa cosa ed ho smussato tanti angoli 🙂

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    1. Ah sì, potrebbe essere sicuramente provocatorio. Di certo mi ha fatto riflettere. E, chissà, forse un giorno glielo chiederò. Faccio spesso di queste figure per colpa della mia… debordante curiosità. 😂🤣

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