Di recente ho cominciato a fare caso ai miei personali lapsus musicali e mi sono resa conto che nascondono tanto di me, del mio modo di essere e di vedere il mondo.
E mi sono chiesta: succede solo a me di scivolare sempre e quasi inevitabilmente negli stessi lapsus oppure succede anche agli altri?
Quindi… ecco a voi i miei 4 lapsus musicali più ricorrenti. 🙂
1. Niccolò Fabi – C’è qualcosa in te che io mi ero perso
Canzone di Niccolò Fabi che mi canto nella testa (e a voce fin troppo alta e stonata nella doccia e in macchina) da tutta la vita.
Quando lui canta: “C’è qualcosa in te che io mi ero perso, guardo nei tuoi occhi e vedo l’Universo”.
Ogni singola volta, io canto: “C’è qualcosa in me che io mi ero perso, guardo nei miei occhi e vedo l’Universo”.
Lapsus interessante che rivela: egocentrismo alla massima potenza e la sensazione di essermi persa qualcosa per strada, ma non di te, di me.
2. Marco Mengoni – Cambia Un Uomo
Canzone più recente che, detto tra noi, trovo bellissima e romantica e piena di passione.
Mengoni canta: “Fosse l’ultima notte che abbiamo sai, io con tutte le altre la cambierei“.
Io canto: “Fosse l’ultima notte che abbiamo sai, io con tutte le altre la passerei“.
Della serie: vendicativa fino in fondo! Mi hai fatto soffrire, con il cavolo che ti perdono! È la nostra ultima notte e io la passo con chiunque, ma non con te. Ah!
3. Samuele Bersani – Giudizi universali
Piccola parentesi su questa magnifica canzone: ho impiegato un saaaacco di tempo per impararla a memoria perché ha un testo veramente complesso.
Chiusa la parentesi, il lapsus in questo caso è quasi filosofico.
Samuele Bersani canta: “Potrei, ma non voglio fidarmi di te”.
Io ho sempre cantato: “Vorrei, ma non posso fidarmi di te”.
Una differenza minima, ma importante. Lui potrebbe, ma non vuole. Io vorrei, ma non posso. C’è un desiderio, nella mia versione, che nella sua manca completamente…
4. Pinguini Tattici Nucleari – Pastello Bianco
Premetto che questa canzone mi piace poco o nulla. La trovo “neniosa”, solo che in radio passa continuamente e, mannaggia alla mia memoria, l’ho imparata.
Comunque, quando loro cantano: “Se mi hai visto piangere, sappi che era un’illusione ottica. Stavo solo togliendo il mare dai miei occhi”.
Io canto: “Se mi hai visto piangere, sappi che era un’illusione ottica. Stavo solo togliendo il male dai miei occhi”.
Della serie: le lacrime che lavano gli occhi dal male di vivere. Un lapsus quasi leopardiano. 😉
E voi?
Vi vengono in mente dei lapsus musicali ricorrenti? Che cosa svelano di voi? 🙂
No, non me vengono in mente.
Posso confondere le strofe, per esempio (attaccando con la prima al posto della seconda, o viceversa), oppure testi in inglese capiti male. Ma scambi di singole parole non mi sovvengono.
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Ah, sì, anch’io confondo spesso e volentieri le strofe. Un esempio: Giudizi Universali. Ogni strofa è simile, ma diversa dalla precedente e sbaglio costantemente l’ordine… degli addendi e il risultato cambia eccome. 😉
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Ho un amico che sbagliava proprio le parole. Lo scopriremo solo vivendo, diventava ridendo…. meglio la seconda
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🙂 Lo scopriremo solo ridendo è GENIALE! 🙂
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Per molti anni ho creduto che Lucio Battisti non dicesse “Motocicletta dieci HP” ma “Motocicletta, riesci a capir”
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Già. Nessuno capisce come la motocicletta. 🙂 🙂
PS: ho scoperto solo in tempi recenti che Ligabue dice “Certe notti la radio che passa Neil Young”, mentre io ho sempre sentito “Certe notti la radio che passa negli hall”… 😉
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Ah, vedi… non sono la sola a capire fischi per fiaschi! 😉
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