Quando scrivo, sono talmente immersa in quello che sto creando, che non sento la fame, non sento la sete, non sento la stanchezza, non sento nemmeno i “danni” da postura sbagliata, che spesso assumo.
Scrivo ovunque. A letto, in cucina, sul divano del salotto. Andrea può ascoltare la musica, guardare la televisione; nulla mi distrae.
E questo perché, quando scrivo, non sono qui. Non sono sul divano del salotto, con Andrea che guarda una video intervista a Lina Wertmüller, con la stufa accesa e il gelo fuori.
Io sono nel mondo della scrittura, dislocata nel tempo e nello spazio, dove non ho bisogno di cibo, di acqua, di andare in bagno a fare pipì.
Il mio nutrizionista non sarebbe contento. Ma proprio per niente contento a sapere che passo ore seduta, dimenticandomi di mangiare e, soprattutto, bevendo pochissimo.
Per fortuna, Andrea ogni tanto mi riporta alla realtà.
Verso le tredici e trenta, si aggira in cucina, apre il frigo, lo richiude, mi dice: «Non si pranza oggi?»
Oppure, ore ventuno, stessa scenetta, battuta leggermente diversa: «Non si cena oggi?»
Ha ragione anche lui, non è mica facile vivere con uno scrittore. E nemmeno dormirci, se è per questo (Mica facile dormire con uno scrittore). 😉